Una vicenda umana dolorosissima, ma anche una dimostrazione di amore assoluto e immensa generosità. Al Cardarelli di Campobasso è deceduto un uomo di mezza età della provincia di Isernia. Nulla da fare purtroppo per lui, nonostante le cure prestategli nel presidio del capoluogo di regione. In quel momento di immenso sconforto, i suoi familiari hanno saputo trovare la forza per un gesto profondamente nobile, l’autorizzazione al prelievo degli organi, che ha “salvato” la vita (sicuramente la qualità della vita) di quattro persone. Quattro persone che erano in attesa di un cuore, di un fegato e di un rene.
All’accertamento delle condizioni cliniche richieste dalla legge, da parte dell’apposita commissione, è stata dichiarata la morte cerebrale dell’uomo. Dopo il consenso prestato dalla sua famiglia, quindi, è stata avviata la delicata procedura in sinergia con il Centro trapianti dell’Aquila, a cui il Molise fa riferimento. Ore e ore di lavoro complicate, anche per il carico “umano” molto pesante che una vicenda del genere porta con sé, per il reparto di Anestesia. L’intera e complessa operazione – che comprende anche l’organizzazione del trasporto degli organi alle rispettive destinazioni in tempo utile e quindi con il supporto di staffette delle forze dell’ordine – ha visto il coordinamento da parte del blocco operatorio dell’ospedale del capoluogo regionale diretto dal dottor Vincenzo Cuzzone. Il prelievo di cuore,fegato e reni è stato eseguito da chirurghi esterni. I rapporti con il Centro trapianti sono stati tenuti costantemente dall’infermiera della Rianimazione Giovanna D’Andrea.
Il prelievo di organi al Cardarelli di Campobasso non veniva eseguito da oltre dieci anni. Pur nella sua drammaticità, insieme al grande esempio della famiglia, in questa storia risaltano anche i tratti della buona sanità, la dimostrazione di capacità e competenze – umane e professionali – che negli ospedali molisani non sono rare.
r.i.

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