Sono circa 566mila le opportunità di lavoro che le imprese prevedono di offrire in tutta Italia a giugno e salgono a quasi 1,4 milioni nel trimestre giugno-agosto, con un andamento pressoché stabile rispetto a giugno 2023 (-0,3%) e un leggero incremento sul corrispondente trimestre (+0,6%).
Per il Molise, il consueto bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, delinea uno scenario migliore rispetto all’andamento nazionale, con un incremento più marcato della domanda sia nel mese (+4,3%) sia nel trimestre (+13,1%).Le assunzioni totali che hanno in programma le imprese dell’industria e dei servizi nel mese di giugno risultano pari a 2.190, potrebbero diventare circa 5.780 nel trimestre. Rispetto allo stesso mese di un anno fa si osserva un aumento degli ingressi programmati, in numeri assoluti, di circa 90 unità; l’incremento dovrebbe essere di circa 670 ingressise il confronto è con il trimestre.
Per quanto riguarda i settori, nel mese in corso il comparto manifatturiero è alla ricerca, nel complesso, di 230 lavoratori e di 690 nel trimestre. D’altra parte, la domanda di lavoro proveniente dal comparto delle costruzioni si attesta su quasi 400 assunzioni a giugno e circa 950 nel trimestre.
Sono invece 1.570 i contratti di lavoro offerti dal settore dei servizi nel mese in corso e oltre 4.100 quelli previsti nel trimestre giugno-agosto. È il turismo a offrire le maggiori opportunità di impiego, e quindi a trainare la domanda, con circa 600 lavoratori ricercati nel mese e 1.500 nel trimestre, seguito dai servizi alle imprese (370 nel mese e 910 nel trimestre), dal comparto dei servizi alle persone (340 nel mese e 990 nel trimestre) e dal commercio (260 nel mese e 760 nel trimestre).
Sono circa 1.145 le assunzioni per cui le imprese hanno dichiarato di aver incontrato difficoltà nel reperire il profilo adatto (il 52,3% del totale), difficoltà riconducibile prevalentemente alla mancanza di candidati.
Risulta in lieve calo rispetto a 12 mesi fa la domanda di lavoratori immigrati, pari al 10% del totale, mentre a livello contrattuale nel 15% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nell’85% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

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