Sette minori sbarcati ieri ad Ancora con la nave umanitaria Geo Barents di Medici Senza Frontiere sono stati presi in carico dal ministero dell’Interno per essere trasferiti nelle strutture di accoglienza del Molise.
La nave è approdata alle 8.30 di ieri alla banchina 19 del porto di Ancona con 34 naufraghi a bordo (27 sono rimasti nelle Marche): 19 adulti e 15 minori dei quali 14 non accompagnati. Presenti sul molo all’avvio delle operazioni di sbarco e identificazione, tra gli altri, il prefetto di Ancona Saverio Ordine e il questore Cesare Capocasa.
I migranti, partiti mesi fa dai loro Paesi d’origine, hanno raccontato di essere stati vittime di violenze, torture e scambi tra milizie in Libia, anche durante le videochiamate con le loro famiglie, usate dai trafficanti per estorcere denaro.
«Sono storie drammatiche che evidenziano la disperazione di chi si affida a viaggi pericolosi per sfuggire a violenze e persecuzioni», ha commentato Fulvia Conte, responsabile ricerca e soccorso per Medici Senza Frontiere. «Tra loro ci sono molti minori non accompagnati, anche una ragazza. Provengono da Paesi devastati dalla guerra e hanno subito torture e abusi durante il loro lungo e pericoloso viaggio».
Conte ha inoltre criticato la scelta di assegnare alle navi delle Ong porti lontani, come Ancona. «Ci sono anche ragazzini molto piccoli che viaggiano da soli, adolescenti che nel nostro Paese – ha aggiunto la coordinatrice dei soccorsi Msf – forse non faremmo andare a scuola da soli: viaggiano da soli per mesi, non vedono e non sentono le famiglie da tantissimo tempo, e ci raccontano che era l’unica possibilità per poter avere un futuro. Un viaggio ingiusto: è l’ennesima volta in cui vengono assegnati porti lontani soltanto alle navi delle Ong. Ci abbiamo messo quattro giorni di navigazione e, tra l’altro, le navi hanno una velocità molto ridotta e sarebbe stato molto più giusto e molto più degno sbarcare le persone in un porto più vicino e poi ripartirle con mezzi più veloci in Italia. Sono persone che appunto hanno già vissuto abbastanza ingiustizie – ha concluso Conte – e quella di arrivare fino ad Ancona del Porto per sbarcare è l’ultima di queste».

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