A differenza di Occhito, il Liscione tiene botta. La disponibilità del lago di Guardialfiera risente della siccità, naturalmente, ma consente ai tecnici di non prevedere al momento una crisi idrica nel basso Molise. Oltre che per uso irriguo, l’acqua dell’invaso (gestita in maniera oculata nei mesi scorsi) è utilizzata anche per le utenze domestiche della zona costiera – dando così manforte al Molisano centrale – grazie all’entrata in funzione del potabilizzatore a inizio luglio.
Mentre al confine con la Puglia le conseguenze del cambiamento climatico in atto sono ben più drammatiche. Il 17 luglio del 2023, Occhito (le cui risorse sono destinate esclusivamente all’irrigazione) aveva una disponibilità idrica di 210 milioni di metri cubi. Ieri, di appena 90 milioni.
La mancanza di piogge e, soprattutto, di nevicate lo scorso inverno ha comunque mandato in sofferenza il sistema di approvvigionamento idrico in regione. Perché le sorgenti si sono abbassate così tanto da aver raggiunto il minimo. «I nostri sistemi di pompaggio stanno lavorando al massimo, tutta l’acqua disponibile noi la diamo ai Comuni. Ai sindaci, alle amministrazioni locali continuiamo a raccomandare di chiudere l’erogazione di acqua di notte in modo da riuscire a far riempire i serbatoi. Al momento – spiega a Primo Piano il presidente di Molise Acque Stefano Sabatini – in questo modo la criticità è rimasta sotto controllo. È chiaro però che se continuerà a non piovere fra due o tre settimane saremo costretti a condividere altre soluzioni e ad affrontare la situazione insieme alla Prefettura, alla Protezione civile e a tutte le istituzioni interessate».
Situazione, dunque, stabile nella gravità. Ma non siamo ancora all’allarme rosso.
Ieri pomeriggio, inoltre, la Terza commissione di Palazzo D’Aimmo, presieduta da Roberto Di Baggio, ha tenuto le audizioni sul cortocircuito che si è riscontrato nel servizio idrico integrato qualche mese fa nell’ambito dell’indagine conoscitiva affidatale dal Consiglio regionale.
Alla seduta hanno partecipato i vertici dell’Egam (il presidente Carmine Ruscetta), di Molise Acque (il presidente Sabatini e il direttore Salvatore Lenza) e della Grim (il presidente Massimo Saluppo).
Tra le altre questioni, è stata affrontata anche quella del credito vantato dall’ex Erim nei confronti della neonata società in house ai Comuni che gestisce il servizio idrico integrato. Circa 12 milioni che mettono in difficoltà Molise Acque. Grim, dal canto suo, ha illustrato gli ostacoli incontrati nella fase di startup. Al termine dei lavori, la Commissione riferirà all’Aula sulle informazioni ricevute con una relazione per consentire al Consiglio, se lo riterrà opportuno, di assumere decisioni.