Capo del servizio idrico integrato del Molise ma anche sindaco. E in questa seconda veste porta in tribunale l’azienda speciale che si occupa di far arrivare l’acqua nei serbatoi. Altissimo rischio cortocircuito e potenziale situazione di conflitto di interessi che ha “solleticato” l’attenzione e la curiosità di alcuni consiglieri regionali a margine dell’audizione in Terza commissione sulle problematiche della gestione dell’oro blu.
I fatti, dunque. Il Comune di Bojano rivendica il diritto di uso civico sulle sorgenti di Santa Maria dei Rivoli e Pietrecadute, quelle che alimentano l’impianto di captazione e sollevamento di Rio Freddo e quindi forniscono l’acqua ai molisani (e ai campani).
Senza autorizzazione o consenso dell’amministrazione matesina, Molise Acque non può captare l’oro blu che sgorga dalla montagna dei Sanniti e immetterlo nei serbatoi. Tesi giuridicamente ardita e suggestiva (che potrebbe però cogliere nel segno innovando la giurisprudenza) all’attenzione del commissario per la liquidazione degli usi civici per la Campania e il Molise.
Il sindaco di Bojano è Carmine Ruscetta, eletto nel 2020, poco dopo che l’allora commissario straordinario Pigliacelli aveva conferito all’avvocato Pino Ruta il mandato per portare davanti alla Corte d’Appello di Napoli la Regione e Molise Acque, “eredi” della Cassa per il Mezzogiorno che negli anni Sessanta realizzò il tunnel e l’impianto di Rio Freddo. La causa sta procedendo, al netto dei tempi della giustizia italiana la sentenza potrebbe non essere lontanissima. Ruscetta quindi, curando legittimamente gli interessi del Municipio che amministra, l’ha portata avanti. Solo che nel 2022 è stato anche scelto dai colleghi sindaci come presidente dell’Egam, ente che sovrintende alla gestione del servizio idrico. È infatti l’ente di governo dell’ambito del Molise. Che ha rapporti con Molise Acque (azienda della Regione che capta le risorse idriche principalmente dalle sorgenti del Matese e le immette negli acquedotti di sua competenza) e con la Grim, società in house ai Comuni, che invece ha competenza dai serbatoi comunali in poi e per quanto riguarda la depurazione.
Durante l’audizione svolta dalla Terza commissione di Palazzo D’Aimmo pare che sia stato fatto cenno al voluminoso (e storico) contenzioso fra Bojano e Molise Acque. Contenzioso in cui la causa pendente davanti all’ufficio ad hoc della Corte d’Appello di Napoli ha il potenziale di una bomba.
Sostiene il Comune matesino, in estrema sintesi: Bojano ha il demanio a uso civico delle sorgenti del Biferno (Santa Maria dei Rivoli e Pietrecadute) e, come accertato in un’altra causa (vinta dall’amministrazione locale) davanti al Tribunale delle Acque di Napoli, la convenzione del 1961 in base alla quale la Casmez costruì il tunnel che attraversa il Matese è nulla. Di conseguenza, andando al nocciolo, chiede al magistrato di ordinare alla Regione e a Molise Acque di sospendere la captazione, la derivazione e la concessione delle risorse idriche del Matese. Ma va anche oltre: siccome le opere si assumono abusive vanno rimosse o, se il giudice le ritenesse legittimamente costruite (perché servono a portare l’acqua nelle case dei molisani e dei campani), devono essere acquisite al demanio della città. Infine, il Comune chiede tutte le somme finora riscosse per l’utilizzo dell’acqua captata.
Se Castel Capuano desse ragione a Ruscetta sindaco salterebbe l’impianto che Ruscetta presidente (e direttore) dell’Egam si trova quotidianamente a gestire. Molise Acque dovrebbe smettere di prelevare l’acqua dalle sorgenti del Matese? O dovrebbe passare la gestione della captazione al Comune di Bojano? Sotto il profilo della restituzione dei proventi, è poi fin troppo facile prevedere il fallimento dell’azienda speciale.
Una situazione esplosiva. Su cui ora si è acceso l’interesse della politica di via IV Novembre.

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