Al Veneziale di Isernia stop agli interventi programmati, la carenza di anestesisti acuita dalla necessità di garantire le ferie al personale ha portato all’attivazione di una misura da tempo praticata negli ospedali molisani, e non solo molisani, soprattutto d’estate (poi l’Asrem ha chiarito che invece, avendo autorizzato le prestazioni aggiuntive, il blocco dell’elezione non ci sarà).
Al Cardarelli di Campobasso invece il mese di agosto sarà particolarmente delicato per il Pronto soccorso, dove per alcuni giorni durante la notte sarà di turno un medico che potrà contare solo su un altro collega in reperibilità.
Sul reparto di frontiera nei mesi più caldi (molto più caldi nel caso del 2024) si riversa un’utenza maggiore rispetto ad altri periodo dell’anno. Colpi di calore, traumi: pur senza le percentuali della costa, pure nel medio Molise le presenze crescono e con le presenze tutti i rischi connessi.
Anche per il Pronto soccorso dell’ospedale regionale le ferie – pur contingentate e ridotte al minimo – hanno creato difficoltà nel coprire i turni. Una situazione che era stata prevista e monitorata dalla direzione dell’Asrem. C’è da qualche mese, infatti, una disposizione interna che formalizza l’aiuto dei reparti di Medicina interna, Chirurgia e Malattie infettive all’unità di emergenza urgenza.
Qualche giorno fa, il direttore sanitario dell’azienda di via Petrella Bruno Carabellese ha coordinato un vertice a cui hanno preso parte i responsabili dei reparti coinvolti e le soluzioni condivise in quella e in altre riunioni più operative hanno consentito alla dottoressa Paola Di Rocco, che dirige il Pronto soccorso come facente funzioni, di chiudere seppure col fiato molto corto la partita dei turni di agosto.
Ci saranno, dunque, notti difficilissime per gli operatori sanitari in servizio in contrada Tappino. Ma meglio di così, confermano il direttore sanitario Carabellese e il dg dell’Asrem Giovanni Di Santo, non si poteva fare. «Purtroppo la carenza dei medici dell’emergenza è un problema serissimo ormai in tutta Italia – così il dg – Noi abbiamo da qualche mese stabilito che a dare una mano in Pronto soccorso siano i professionisti con specializzazioni equipollenti».
«Non abbiamo seguito percorsi impositivi, con ordini di servizio per fare un esempio, ma la via della collaborazione reciproca, che ci sembra sempre la migliore anche per la qualità del servizio che dobbiamo rendere ai cittadini. Da settembre la situazione dovrebbe comunque diventare meno emergenziale», aggiunge il direttore sanitario. Meno emergenziale, ma sempre complicata. Perché il reclutamento dei medici di Pronto soccorso è diventato quasi impossibile per le Asl. Con tutte le conseguenze per chi quel reparto invece lo ha scelto e lavora con turni sempre più massacranti perché l’organico è sempre più ridotto.
r.i.

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