Credo che Michelino non abbia mai raccontato tutta la verità della tragedia della guerra; non abbia mai davvero riferito ogni cosa sulle atrocità e sulla violenza subita dai prigionieri e dai deportati. Credo che non l’abbia mai fatto per vergogna; non la sua di certo. Piuttosto per la vergogna dell’essere umano, sceso così in basso negli abissi della violenza. Credo che il suo animo gentile non avesse mai interiorizzato tanta atrocità; e forse, per questa ragione, è riuscito anche a perdonare. Questa la mia lettera dedicata ad un eroe e un caro amico.
Michelino caro, eroe di questa nostra Italia, Cavaliere di Gran Croce, cittadino benemerito di Campobasso, Cittadino onorario di Casacalenda… esempio di vita per generazioni, amico di tanti di noi… che dolore lascia la tua dipartita nelle nostre esistenze.
Speravo con tutto il cuore che questo giorno non sarebbe mai arrivato, che non dovessi essere io qui a dirti addio, amico mio.
Nelle ultime ore, così come è stato per tutta la tua esistenza, tanti hanno scritto di te, hanno raccontato del tuo coraggio, hanno confermato l’importanza della tua presenza nelle nostre vite.
Che cosa è la morte?
Un evento. Un passaggio?
Io non lo so, ma sono certa che tu l’abbia capito nell’istante in cui hai smesso, giovanissimo, di temerla.
Quel 24 febbraio 1945, insieme ad altri tuoi compagni, eroi come te, la morte, attraverso gli occhi dei tuoi nemici, non solo l’hai guardata negli occhi ma l’hai sfidata.
Ti sei proposto al posto dei 21 soldati scelti per la decimazione, insieme a 43 ufficiali, sfiniti come te, dal lavoro forzato, dalla violenza, dalla fame, dall’umiliazione, ma fermi nello spirito, coraggiosi nell’animo e pronti a tutto pur di non cedere al regime.
Uno dei 44 Italiani che per ore, davanti ad un muro, hanno pianto, attendendo il momento del giudizio.
Un giudizio che vi ha graziati, forse scioccato da tanto ardore e coraggio.
Avevi 22 anni. E tanta fame.
Fame di cibo, fame di vita, fame di libertà.
Quel giorno tu hai guardato il tuo nemico che della morte aveva fatto strumento quotidiano di coercizione e ricatto e hai detto NO, non ti sei lasciato convincere, nemmeno al prezzo della vita.
Hai guardato negli occhi il tuo nemico e la morte e hai detto loro NO, fiero, perché sapevi che la libertà, la democrazia, il sacrificio per la pace e per il proprio Paese, sono i valori per cui vale la pena vivere. E per difenderli sarebbe valsa la pena morire.
E quella vita che ti è stata risparmiata grazie al tuo coraggio, ti ha dato la forza per assolvere ad una richiesta più importante della vita stessa: raccontare a centinaia di migliaia di persone, di ragazzi, l’orrore della guerra, della fame, della sofferenza, testimoniare quanto è stato profondo l’abisso del fascismo che negli occhi non ha avuto nient’altro che morte, e soprattutto ricordare sempre quanto costa e vale la libertà.
La storia della nostra libertà è stata scritta anche da te, la nostra Costituzione democratica è merito del sacrificio tuo e di tanti soldati come te, è nata dal vostro sacrificio.
La vita ti ha chiesto di raccontare della nostra libertà, da voi desiderata, agognata, sofferta e difesa anche per noi.
E la tua vita è diventata una missione: essere eroe tra la gente, esempio per le nuove generazioni, perché nulla fosse dimenticato e tutti sapessero.
Michelino, quanti chilometri hai percorso, in Europa, tra gli 8 campi di concentramento, a piedi, coi treni, nell’orrore e nella sofferenza della guerra, umiliato, percosso, affamato, al limite dell’umana sopportazione ma senza mai arretrare di un solo passo… e quanti ancora ne hai poi percorsi per portare in tutta Europa il tuo messaggio di pace, di libertà, di democrazia.
Una vita in viaggio, la tua.
Quanto onore hai dato a questa terra, a Casacalenda, al Molise, all’Italia intera. Sono certa che con i tuoi lunghi e appassionati racconti ai ragazzi di mezza Europa, sei diventato l’eroe di molti di loro.
Il nostro lo sei sempre stato.
Un uomo straordinario e allo stesso tempo semplice e accanto alla gente, vicino, sempre disponibile alla conversazione impegnata, tanto quanto ad una chiacchierata amichevole.
Michelino… e come potrei dimenticare i nostri pomeriggi con Peppino, che senza dubbio sarà lì ad aspettarti, a parlare di poesia e gentil sesso, di Casacalenda, di gioventù, di filosofia e di politica.
Sono stata fortunata ad averti avuto come amico e ancora di più come confidente quando sono diventata Sindaca.
Mi hai insegnato tantissimo, così come hai fatto con tutti coloro che hanno avuto la fortuna di poterti ascoltare.
Indosso il tricolore oggi soprattutto per te, e non solo perché così vuole una regola d’etichetta.
Questo tricolore che è l’Italia in cui tu hai creduto, questo tricolore che rappresenta la libertà e la democrazia, per cui tu hai combattuto e sofferto, e in onore del quale tu hai avuto il coraggio di rinunciare alla tua vita.
Perché eri e sei un italiano.
Ho portato con me il nostro vessillo, il tricolore, per donarlo a te.
Tu hai onorato l’Italia e oggi lei onora te.
I tuoi NO saranno per sempre monito della resistenza alla guerra, alla violenza, alla sopraffazione.
La tua coscienza d’Italiano è rimasta integra.
Possa tu essere sempre per noi, nella memoria che ci hai lasciato, guida verso la stessa integrità; possa tu continuare a indicare la strada alle generazioni future.
Alziamoci dunque in piedi per rendere onore al Cavaliere di Gran Croce Michelino Montagano, eroe italiano, cittadino di Casacalenda, amico e uomo straordinario. Viva L’Italia!
Sabrina Lallitto