Molise presente col vicepresidente della Regione Molise, Andrea Di Lucente, all’attesissimo summit sull’automotive convocato ieri al Mimit, dal ministro Adolfo Urso. Tra i temi in discussione, proprio la sorte dello stabilimento di Termoli e la Gigafactory di Acc, al momento congelata.

Come ha riferito proprio l’assessore alle Attività produttive, «Ieri al tavolo presso il Mimit, alla presenza del ministro Urso e alle regioni dell’automotive, abbiamo rappresentato la situazione particolarissima del Molise. Ho ricordato che per la zona di Termoli abbiamo chiesto un aumento della produzione dei motori endotermici e, allo stesso tempo, anche di costruire un nuovo percorso per la transizione green legata ad Acc. A Stellantis chiediamo la doppia assunzione di responsabilità: tutela dello stabilimento termolese con una seconda linea produttiva in attesa che si chiarisca la questione Gigafactory; dall’altro, in virtù del suo essere socio e anche maggiore acquirente delle batterie di Acc, che chiarisca quanto strategico sia il futuro stabilimento molisano. La Regione sta facendo tutto il necessario per agevolare l’investimento, semplificando le procedure e costruendo un sistema di sviluppo che vada dalla creazione di nuovi servizi alla rimodulazione dell’offerta formativa. Il sostegno alla crescita economica è massimo, ora deve essere Stellantis a chiarire i futuri piani», messaggio in continuità diffuso in modo congiunto coi sindacati alla vigilia del vertice ministeriale.

Per conto loro, le sigle nazionali hanno così rappresentato il faccia a faccia. Per Ferdinando Uliano (Fim-Cisl): «Il Ministro Urso, in apertura ha sottolineato come l’industria dell’automotive sia strategica per il nostro Paese e fatto il punto sui risultati dell’eco-bonus. Secondo il ministro il “Piano Ecobonus 2024” ha soddisfatto quattro dei cinque obiettivi che si era dato ovvero: transizione ecologica, rottamazione, sostegno alle persone e ai redditi medio bassi, mentre il quinto obiettivo, ha sottolineato il ministro, che ci proponevamo con Piano, insieme ai produttori e alla filiera e cioè, quello di aumentare la produzione delle auto prodotte in Italia, non è stato raggiunto, anzi si è riscontrato un aumento della Cassa integrazione. Proprio per queste ragioni, il ministro è intenzionato a rimodulare il piano incentivi auto. Il fondo automotive dispone di 750 mln per il 2025, 1 mld per il 2026 e 1 mld per gli anni successivi fino al 2030.L’idea, ha detto Urso, è quella di realizzare una programmazione triennale del Piano, anche sulla base delle politiche europee sul settore, valutando strumenti agevolativi ulteriori che verranno dall’Ue. La priorità, dovrà essere quella del sostegno alla filiera della componentistica del settore, agevolando quella europea. Il Ministro ha poi parlato della necessità d’insediamento di un’altra casa automobilistica, confermando l’interlocuzione con diverse case di produzione cinesi a partire da Dongfeng. Ha anche ricordato, la firma della Presidente del Consiglio Meloni, nella recente visita in Cina, di un memorandum con il Ministro cinese dell’industria che prevede una collaborazione industriale su tecnologia ibrida e mobilità elettrica e ad oggi sarebbero tre le case automobilistiche interessate. Nella seconda parte di agosto – ha poi detto – una missione tecnica del MIMIT tornerà in Cina per avere altre interlocuzioni con altre case di produzioni cinesi. Il Ministro ha poi precisato di aver inviato un documento al Gruppo Stellantis rispetto al rallentamento dell’investimento su Termoli e sulla situazione dei siti produttivi Italiani. Stellantis si è resa disponibile a riaprire l’interlocuzione dopo la pausa estiva per riaggiornare il piano industriale anche alla luce dei nuovi scenari e politiche europei sul settore. Stellantis è intervenuta confermando il Piano e la centralità dell’Italia nelle strategie mondiali del Gruppo, insieme all’obiettivo di portare ad 1milione di veicoli la produzione entro il 2030. Una riunione come quella di oggi sarebbe stata utile se oggi avessimo davanti a noi la sottoscrizione di un protocollo per il settore, purtroppo dopo un anno non è così. Penso – ha detto Uliano – che la situazione che abbiamo davanti nel settore è complessa e va approcciata in maniera sistematica, pena: il fallimento. Servono politiche industriali che guardano a tutti gli attori del settore, utilizzando l’approccio che abbiamo messo in campo con i tavoli di lavoro sul settore da dicembre 2023 a marzo di quest’anno. Tavoli che hanno prodotto indicazioni per azioni di ampio respiro di politica industriale per il settore, a partire da due temi fondamentali: localizzazione delle produzioni, la riduzione del costo dell’energia e quello degli ammortizzatori sociali. Su quest’ultimo, nel 2025 sia l’indotto, che Stellantis esauriranno gli ammortizzatori sociali, se non si interviene per tempo ci saranno licenziamenti di massa. Per questo – ha sottolineato Uliano – va ripreso quel metodo di lavoro e gli elaborati già fatti e vanno messi in campo gli strumenti di politica industriale necessari, a partire dalla predisposizione di interventi significativi sul rafforzamento dell’offerta e della riconversione industriale del settore coinvolto enormemente dalla transizione, fino ad oggi gli incentivi sono andati solo per la domanda all’acquisto. Rispetto a questo approccio- conclude Uliano – c’è un altro pezzo di ragionamento che va fatto con il Gruppo Stellantis per capire se il calo produttivo (siamo passati da 750 mila veicoli nel 2023 a 500 mila veicoli nel 2024 con gli incentivi) è dovuto ad un calo ciclico del mercato o qualcosa di strutturale su cui bisogna agire nel più breve tempo possibile. E’ fondamentale quindi confermare le assegnazioni di nuovi modelli che abbiamo acquisito nei confronti avuti con Stellantis, ma anche la possibilità di individuare ulteriori investimenti che devono essere in coerenza con l’obiettivo di produzione di 1 milione entro il 2030. Il nostro obiettivo è mettere in sicurezza tutti i Plant e gli oltre 40.000 occupati del gruppo Stellantis e dell’indotto. E’ necessario inoltre avere delle certezze rispetto all’investimento della Gigafactory a Termoli e le garanzie per la salvaguardia industriale e occupazionale di Comau».

Il tandem della Uilm, invece, con Rocco Palombella e Gianluca Ficco ammonisce: «Grave una rottura fra Governo e Stellantis, incentivi insufficienti senza politiche industriali strutturali». «A Governo e Stellantis chiediamo di arrivare finalmente ad un accordo sul futuro dell’automotive in Italia. Le polemiche che durano ormai da troppo tempo stanno aggravando una situazione già fortemente critica. Vogliamo parlare di progetti di sviluppo, di nuovi modelli che vadano al più presto in produzione, di strumenti strutturali che consentano di aumentare la produzione di veicoli in Italia che oggi è al minimo storico. Ci aspettiamo che si inizi a lavorare, ognuno per la sua parte, per la difesa e il rilancio dell’intero settore automotive, sia di Stellantis che della filiera della componentistica. Non è una questione di più produttori in Italia ma di salvaguardare l’attuale occupazione e di rendere più forte il settore. Ci sono vertenze molto importanti che hanno bisogno di risposte urgenti dal Ministero – puntualizzano Palombella e Ficco – come quella di Termini Imerese, in cui dovrà essere individuata una soluzione per tutti i 540 lavoratori e non solo per i 350 previsti da Pelligra, e quella di Termoli, per cui ci aspettiamo a breve la conferma del grande investimento nella futura fabbrica di batterie. Ci aspettiamo dal Mimit che vengano approvate le riforme indispensabili per tutelare i lavoratori e la competitività delle imprese, già discusse in questi mesi nel tavolo ministeriale, come il rafforzamento del sistema degli ammortizzatori sociali per le imprese in crisi, la riduzione dei costi dell’energia, il rifinanziamento dei contratti di espansione per consentire un cambio generazionale e di professionalità” argomentano Palombella e Ficco. Le risorse messe in campo per gli incentivi e quelle previste per i prossimi anni non saranno sufficienti perché prima di parlare di risorse abbiamo bisogno di politiche industriali concrete e strutturali per utilizzarle nella giusta direzione – concludono – I prossimi mesi saranno decisivi e ci aspettiamo da tutti la massima responsabilità perché stiamo parlando di un settore fondamentale per il nostro Paese che interessa centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.