Se ne parla molto di più negli ultimi anni, il tabù in qualche modo è stato rotto. Ma restano passi decisivi ancora da compiere nel campo dell’assistenza per la salute mentale. Manca infatti l’attuazione del progetto di riabilitazione sociale e lavorativa che costituisce lo step finale della legge Basaglia. Che è la principale causa, testimonia chi il problema lo vive in prima persona, di un non soddisfacente recupero dei livelli di autonomia e di una buona qualità della vita da parte delle persone con disagio psichico.
Per sollecitare la Regione, e le istituzioni in genere, si è mossa una rete di associazioni molisane che ha elaborato un vero e proprio “Manifesto”. Semplici le richieste, semplici e praticabili perché altrove sono già realtà (Trentino, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna): il finanziamento di borse lavoro e di budget di salute.
A firmare il Manifesto sono le associazioni di familiari e utenti Liberamente Insieme Campobasso, Progetto Itaca Molise, Cittadinanzattiva Molise, ActionAid Molise e il Centro diurno “I Colori della vita” di Isernia.
La borsa lavoro, spiegano i promotori dell’iniziativa, è una misura che permette a tante persone che soffrono di malattie psichiatriche complesse di usufruire di un importante strumento di riabilitazione. Avere una pur ridotta autonomia economica e una funzione lavorativa, per quanto limitata, è di grandissimo aiuto nella cura. Molti utenti che hanno fatto questa esperienza in altre regioni hanno trovato occupazione, un proprio ruolo, una propria dimensione nel mondo del lavoro. In questo modo si sono ridotte le forme di assistenzialismo e si è messa in atto la buona pratica dell’abitare autonomo. Il budget di salute rappresenta l’insieme delle risorse economiche, professionali e relazionali necessarie a promuovere contesti familiari e sociali entro cui realizzare programmi di cura personalizzati e socialmente inclusivi. L’obiettivo finale è sempre quello di favorire “l’abitare” nel tessuto urbano. Includere e non “allontanare”.
Temi da affrontare in maniera strutturale in Molise, una volta per tutte e tutti insieme. «Non c’è più tempo da perdere», l’appello delle associazioni. «Dobbiamo evitare che le persone con disagio psichico vengano avviate a forme di istituzionalizzazione perenne (comunità, cliniche, comunità di riabilitazione psicosociale), segnale, quest’ultimo, di uno strisciante processo di controriforma di cui la politica regionale molisana non deve assolutamente farsi complice».

Il Manifesto della salute mentale a sostegno delle borse lavoro e del budget di salute come strumenti di reinserimento delle persone con disagio psichico: una politica attiva che funziona.
La salute mentale pubblica è in crisi per la scarsità delle risorse economiche e umane disponibili, a fronte di una domanda sempre più crescente di presa in carico e nonostante il grandissimo sforzo e la dedizione di tutti gli operatori rimasti in servizio.
Il lavoro nel campo della salute mentale diventa un aspetto imprescindibile del processo di recovery: esso conferisce un senso di orgoglio, dignità e autostima ad ogni essere umano, contribuisce a superare l’identificazione del soggetto con il ruolo di paziente, definisce un’identità attraverso l’acquisizione di un ruolo sociale.
Molto spesso l’insorgere di una malattia psichiatrica comporta una interruzione brusca del lavoro e una sospensione degli impegni oppure, quando avviene in giovane età, preclude addirittura l’accesso a ogni attività lavorativa, rendendo di fatto invalidante l’ottenimento di un lavoro, secondo il vecchio paradigma basato sul binomio vulnerabilità-stress (prima curare e non esporre a stimolazioni e richieste eccessive il soggetto), con il rischio di ritrovarsi in un percorso lungo e senza uscita di de socializzazione, esclusione e cronicità.
È invece molto importante per una persona avere un lavoro, dei tempi da rispettare, orari da mantenere, manualità e capacità da risvegliare: poter avere nuove sfide a cui far fronte, che consentono di uscire dalla “prigione” costruita dalla malattia.
Una soluzione è rappresentata da percorsi mirati di inserimento al lavoro, le cosiddette “borse lavoro”, attraverso le quali realizzare progetti terapeutico-riabilitativi finalizzati a favorire un’integrazione sociale dell’utenza dei Centri di salute mentale. La salute mentale, d’altronde, non si salvaguarda solo attraverso farmaci o percorsi psicoterapeutici “standard” ma anche con il reinserimento delle persone nel vivere quotidiano. Un modo diverso e spesso efficace per alleviare le sofferenze e disagi personali attraverso il lavoro o la formazione.
È tempo, pertanto, che tutte le associazioni regionali della salute mentale si facciano portavoce della necessità di un cambio di rotta della politica regionale per orientare, nei prossimi anni, le scelte e le azioni su questo delicato tema, iniziando con le “borse lavoro” per continuare con il “budget di salute”, che rappresenta l’insieme delle risorse economiche, professionali e relazionali necessarie a promuovere contesti familiari e sociali entro cui realizzare programmi di cura personalizzati e socialmente inclusivi.
È ora di disintonizzare gli orologi!
Liberamente Insieme Campobasso
Progetto Itaca Molise
Cittadinanzattiva Molise
ActionAid Molise
Centro diurno “I Colori della vita” Isernia

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