Quando un mese fa il governo Meloni diede parere favorevole all’ordine del giorno collegato al decreto Agricoltura presentato dal deputato foggiano di FdI, Giandonato La Salandra, in Molise reagì solo la consigliera regionale dem Micaela Fanelli. E con un post su Fb.
Un ordine del giorno, come un “dottore”, non si nega a nessuno. Forse per questo l’assenso dell’esecutivo nazionale alla richiesta di trovare risorse aggiuntive per realizzare un secondo sbarramento sul fiume Fortore, la diga di Piano dei Limiti, e la condotta per trasferire in Capitanata l’acqua del Liscione non destò l’allarme che adesso sta diventando reale.
Perché nel frattempo le condizioni di stress idrico paventate da La Salandra nel documento si sono avverate: la diga di Occhito non eroga più acqua per i campi del Foggiano perché è al volume morto, livello minimo a cui in queste ore si sono “ridotti” anche altri invasi della Provincia al confine col Molise. Le organizzazioni agricole, Cia Capitanata e Coldiretti Puglia in testa, rinnovano ogni giorno l’allarme per le coltivazioni.
E proprio nelle ore in cui il lago che si trova fra Macchia Valfortore e Colletorto (per quanto riguarda la nostra regione) si stava definitivamente svuotando, altri esponenti politici regionali e comunali pugliesi (Tutolo e Angiola) sono tornati all’attacco: subito Piano dei Limiti e l’acqua del Liscione.
Di più concreto al momento non c’è nulla. Ma la siccità non accenna a diminuire e il pronunciamento favorevole del governo comincia a pesare. Sarà di sicuro argomento “topic” nel dibattito in Molise alla ripresa dopo la pausa di Ferragosto. Anche perché al termine dell’indagine conoscitiva sul sistema idrico che sta portando avanti la Terza Commissione sarà calendarizzata una seduta del Consiglio monotematica sull’acqua.
Ma cosa prevede l’odg La Salandra approvato in uno con la conversione in legge del dl Agricoltura? Partendo dalla premessa che «nella provincia di Foggia, assumono rilievo significativo tre interventi: il collegamento di 10 chilometri dalla diga del Liscione, in provincia di Campobasso, e il potabilizzatore di Finocchito, in provincia di Foggia, che porterebbe in Puglia un volume medio annuo stimato in 40-60 milioni di metri cubi d’acqua, che attualmente il Molise è costretto a sversare in mare; ai detti due, deve aggiungersi il progetto della nuova diga di Piano dei Limiti, sempre al confine tra Puglia e Molise, che arriverebbe a raccogliere 42 milioni di metri cubi d’acqua», il documento prosegue evidenziando la necessità che «lo Stato intervenga individuando misure aggiuntive per il sostegno delle progettualità esistenti, anche per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr sul tema del contrasto alla siccità».
La Puglia avrebbe «maggiore disponibilità di risorsa idrica che permetterà un ampliamento dei comprensori irrigui di circa 25.000 ettari». La Salandra è convinto che i vantaggi ci sarebbero anche al di qua del Fortore: «Il trasferimento in Puglia di acqua invasata, ma non utilizzabile nel territorio regionale, permetterà di acquisire la sostenibilità economica, attraverso l’indennizzo per ristoro ambientale, ai programmi irrigui in corso di attuazione, riducendo spese di gestione e oneri a carico degli agricoltori molisani». Di ristori però si parlava anche per l’utilizzo dell’acqua di Occhito (che in Molise serve solo la zona di Santa Croce di Magliano) quasi completamente appannaggio della Capitanata. E pare che dalle parole ai fatti non si sia passati ancora.
ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.