Il Molise ha registrato un calo significativo delle imprese artigiane negli ultimi undici anni, con una flessione del 24%, una delle più alte d’Italia. È quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha elaborato i dati provenienti da Inps e Infocamere-Movimprese. Dal 2012 al 2023, la regione ha perso 2.225 imprese artigiane, passando dalle 9.290 unità del 2012 alle 7.065 del 2023.
Il drastico calo pone la XX Regione tra le più colpite dal fenomeno, subito dopo l’Abruzzo (-9,2%), le Marche (-26,3%), il Piemonte e l’Umbria (entrambe con -25,8%) e la Toscana (-24,5%). In particolare, la provincia di Campobasso ha subito il colpo più duro, con una perdita di 1.608 imprese artigiane, mentre Isernia ha registrato una flessione meno marcata, ma comunque significativa, di 617 unità.
Secondo la Cgia di Mestre, diverse sono le cause che hanno contribuito al declino. Innanzitutto, l’invecchiamento progressivo della popolazione artigiana, che ha visto un insufficiente ricambio generazionale. I giovani sono sempre meno attratti dalle professioni artigiane, preferendo carriere più legate al settore terziario o tecnologico, lasciando un vuoto che le nuove generazioni non riescono a colmare.
Un altro fattore determinante è la feroce concorrenza esercitata dalla grande distribuzione e, più recentemente, dal commercio elettronico. Questi settori hanno cambiato radicalmente il panorama delle vendite al dettaglio, offrendo prodotti a prezzi competitivi e con la comodità della consegna a domicilio, che hanno indotto molti consumatori a spostarsi verso questi canali, a discapito delle piccole botteghe artigiane.
In aggiunta, il boom del costo degli affitti e l’aumento delle tasse locali e nazionali hanno reso insostenibile la gestione economica di molte piccole imprese. Questo ha portato numerosi artigiani a dover chiudere i battenti, incapaci di fronteggiare un peso fiscale sempre più gravoso e costi di gestione in costante aumento.
La Cgia di Mestre sottolinea anche come una parte della responsabilità sia da attribuire al cambiamento delle abitudini dei consumatori, che negli ultimi dieci anni hanno adottato una cultura dell’usa e getta, preferendo prodotti fatti in serie, più economici e facilmente reperibili online. Il cambiamento ha colpito duramente le attività artigiane, che basano il loro successo su prodotti unici, di qualità e spesso personalizzati, ma che faticano a competere con le logiche del consumo di massa.
Questi dati allarmanti non solo evidenziano una crisi in un settore chiave dell’economia locale, ma pongono anche l’accento sulla necessità di interventi urgenti da parte delle istituzioni per sostenere e rilanciare l’artigianato molisano, preservando una parte fondamentale della cultura e dell’economia della regione.
ppm

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