Al vertice del Consorzio di Bonifica nato dall’unificazione degli enti “Larinese” e “Destra Trigno Basso Biferno (Termoli) da inizio 2024, Fabio Talucci sta lavorando in maniera serrata al recupero dell’equilibrio finanziario. Mission non impossibile ma molto complicata. L’esposizione debitoria dell’ente, è noto, era (e verosimilmente è ancora) milionaria. E voci di corridoio mai confermate ma mai smentite raccontavano di come il decreto ingiuntivo ottenuto nei confronti della Regione e notificato l’estate scorsa sia probabilmente costato il posto al suo predecessore Fabio Rastelli.
Talucci – in passato assessore provinciale di Campobasso e nella passata legislatura regionale presidente del Corecom – però è un professionista abituato a far circolare poche chiacchiere. Testa bassa sui conti e sulla programmazione. Pagamenti alle società che forniscono l’energia (fondamentale per la funzionalità degli impianti di sollevamento e quindi dell’irrigazione) e, cosa che fa sorridere facendo mente locale sull’argomento di questo articolo, al Consorzio della Capitanata per le risorse prelevate da Occhito a servizio di 700 ettari a Santa Croce di Magliano. «Certo, fra i primi arretrati che ho eliminato ci sono quelli nei confronti dei “cugini” di Foggia, anche per mantenere rapporti di buon vicinato».
È risaputo invece che la Puglia (se così non è aspettiamo con gioia una smentita) non ha invece mai pagato alla Regione Molise le compensazioni previste per l’utilizzo prevalente dell’acqua del Fortore raccolte nell’invaso che si trova fra Macchia Valfortore e Colletorto. Talucci sorride e allarga le braccia. L’acqua è un bene comune, non è di nessuno… è un adagio che ha un suo fondamento.
Inoltre, a differenza dei Consorzi della Capitanata e dell’Alto Vastese, che gestiscono gli invasi artificiali di Occhito e Chiauci, il “Basso Molise” non è proprietario né gestore del Liscione. Paga le risorse prelevate a Molise Acque.
Una cosa però è certa: la condotta dal Liscione a Finocchito non è un progetto che nell’adempimento del suo mandato prende in considerazione. I lavori per il bypass sono in realtà una iniziativa del Consorzio Integrale Larinese, uno dei due enti confluiti nel “Basso Molise” di cui Talucci è stato nominato commissario dalla giunta Roberti. Ma non sono stati finanziati. Inserita in un ordine del giorno di un deputato foggiano di Fratelli d’Italia, La Salandra, a cui il governo ha dato parere favorevole a metà luglio, l’opera è tornata a spaventare il Molise e, allo stesso tempo, a ridare speranza alla Capitanata che da metà agosto ha dovuto rinunciare all’acqua di Occhito. La diga è praticamente prosciugata a causa della siccità. «Per gli agricoltori di Santa Croce nostri associati che avevano ancora bisogno di irrigare i pomodori – tranquillizza Talucci – abbiamo trovato soluzioni alternative».
Resta il nodo centrale della questione: la crisi idrica ha colpito duramente la Puglia e il governo nazionale potrebbe decidere di dar corso al finanziamento del bypass da Guardialfiera. «Al momento non ci sono state riunioni o nuove informazioni di sorta sul punto. Iniziative politiche o mediatiche dalla Puglia, ma penso siamo allo stato embrionale. Ritengo comunque che in caso si arrivasse a una proposta, Regione Molise, Molise Acque e Consorzio avranno l’obbligo di fare in modo che il territorio del basso Molise non venga penalizzato. È l’area in cui prevalentemente si sviluppa il settore primario, il motore dell’agricoltura della nostra regione. Prima il Molise, mi viene da semplificare. E poi noi, come le dicevo paghiamo l’acqua all’azienda speciale regionale e non consentiremmo che venisse ceduta senza corrispettivo».
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