Mentre a Roma si discute… la Gigafactory si sposta a Saragozza. Servirebbe un punto di domanda. Ci starebbe tutto. Ma la notizia pubblicata da El Mundo qualche giorno fa è di quelle deflagranti.
«Il progetto Stellantis per costruire la più grande gigafactory di batterie in Spagna a Figueruelas (Saragozza) sta entrando nella fase finale», è l’attacco dell’articolo a firma di Félix Cerezo del 25 settembre. Il progetto non è nuovo. Ma, interrogando la rete per un minimo di rassegna stampa, viene fuori che l’ultima volta la stampa italiana se ne è occupata a febbraio. Poi, il silenzio. All’improvviso, qualche settimana dopo l’ufficializzazione dello stop alla Gigafactory di Termoli, la novità.
A Saragozza Stellantis non è in partnership con Acc. Bensì coi cinesi. «L’iniziativa, che comporterà l’esborso di circa 3 miliardi di euro, è in attesa di approvazione solo su due aspetti.
Da un lato la concessione di nuovi aiuti di Stato. Dall’altro, la polemica sui dazi sulle auto elettriche cinesi», si legge ancora nell’articolo di Cerezo. Si tratta, chiarisce poi il giornalista, di «un progetto congiunto dell’azienda guidata da Carlos Tavares e della cinese Catl, leader mondiale nella produzione di batterie per autoveicoli». Durante un forum organizzato da El Mundo, il presidente della Regione di Aragona (di cui è capoluogo Saragozza) Jorge Azcón ha dato per scontata «una gigafactory automobilistica quando verrà approvato il nuovo Perte», che è il Pnrr spagnolo.
Fin qui El Mundo.
A riprendere, in Italia, la notizia collegandola alle vicende dello stabilimento Stellantis di Termoli è Quattroruote.
«Automotive Cells Company ha messo da tempo in standby i progetti delle gigafactory di Kaiserlautern e Termoli a causa di alcuni problemi, tra cui la necessità di adattare i propri piani al rallentamento delle vendite di elettriche e le difficoltà di sviluppare soluzioni chimiche a basso costo e affidabili per le batterie: è la dimostrazione di come l’Europa non abbia le tecnologie necessarie per l’elettrificazione. Al contrario, come è ormai risaputo, della Cina. Non è un caso se Stellantis, di fronte ai ritardi della sua joint venture con Mercedes e Total, si starebbe affidando sempre più al Dragone per le forniture di batterie e altre iniziative. In Francia, si parla di Byd quale fornitore di riferimento per gli accumulatori delle Peugeot e-3008 ed e-5008, mentre in Spagna danno ormai per certo un progetto da 3 miliardi di euro per realizzare una gigafactory a Saragozza con la Catl. Secondo El Mundo – riporta la versione online del mensile specializzato –, l’iniziativa è ormai entrata “nella sua fase finale” anche se mancano un paio di questioni da risolvere. Una riguarda il via libera dell’azienda cinese, ancora preoccupata dalle conseguenze, soprattutto politiche, della disputa tra Bruxelles e Pechino sui dazi all’importazione di elettriche cinesi. La seconda coinvolge il governo spagnolo e, in particolare, la concessione di nuovi aiuti nel quadro dei programmi Perte Vec dedicati alla produzione di batterie: l’ultimo bando mette a disposizione 300 milioni di euro e il primi 53 milioni sono stati assegnati a Renault, Lifthium Energy Cantabria e Gestamp. Per la restante parte, magari con qualche aggiunta come avvenuto per la fabbrica della Volkswagen a Sagunto (che mentre a Roma si discuteva veniva espugnata dai Cartaginesi, ndr), non è escluso un annuncio a breve. Infatti, l’8 ottobre prossimo e proprio a Saragozza, si terrà un evento di settore alla presenza del re Felipe VI».
Virgilio Motori, infine, è ancora più diretto: « A rischio la Gigafactory di Termoli? (…)La riconversione dell’attuale impianto di produzione di motori è slittata e potrebbe essere a rischio. La crescita ridotta delle auto elettriche in Europa ha messo in difficoltà Stellantis che ora si trova a dover valutare il suo futuro. Le ultime notizie in arrivo dalla Spagna confermano che il Gruppo potrebbe dare precedenza allo stabilimento spagnolo e alla partnership con Catl per assicurarsi un impianto in grado di fornire le batterie per le sue elettriche in futuro. Una conferma in tal senso potrebbe arrivare solo nel corso delle prossime settimane».

ppm

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