Sono 12mila le firme raccolte in Molise dalla rete di associazioni, partiti e sindacati (50 le sigle che si sono messe insieme per la battaglia) a sostegno del referendum sulla legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata.
Per la precisione, 11.882, di cui 8.300 cartacee e il resto online. Il risultato della campagna promossa su tutto il territorio in estate è stato presentato ieri alla stampa dai rappresentanti del Comitato presieduto dal prof Unimol (già rettore dell’ateneo di via de Sanctis) Gianmaria Palmieri.
Quello tracciato è «un bilancio di grande soddisfazione – ha sottolineato lo stesso Palmieri – soprattutto per la partecipazione che abbiamo registrato. Segno che il messaggio lanciato dal Comitato è stato recepito». Sul punto i promotori erano comunque fiduciosi. «La legge Calderoli – ancora Palmieri – penalizza i nostri territori e le aree interne».
Alla conferenza non hanno fatto mancare la loro presenza la sindaca di Campobasso Forte, i consiglieri regionali di opposizione Fanelli, Salvatore, Gravina, Romano, il segretario dei socialisti Miniscalco, il presidente del Pd Messere. Al tavolo dei relatori, con Palmieri, la presidente di Ali Comuni molisani Bibiana Chierchia, il segretario regionale dem Ovidio Bontempo, il segretario della Camera del lavoro Paolo De Socio.
12mila sì al referendum popolare sulla legge Calderoli, ha rimarcato De Socio, su 1 milione e 300mila firme raccolte complessivamente a livello nazionale, sono «un grande risultato» che «ci lascia ben sperare per la lunga campagna elettorale che, ci auguriamo, ci porterà in primavera prossima al voto per abrogare una legge che noi riteniamo pessima». Il capo della Cgil Molise non confida molto nei ripensamenti di Forza Italia, che pare voler rimettere in discussione la riforma. «Il governo ormai l’ha approvata e purtroppo ci sono state prese di posizione anche di rappresentanti territoriali che hanno preferito indossare una casacca di partito anziché quella dell’interesse regionale e delle nostre popolazioni. Abbiamo ascoltato negli ultimi giorni le dichiarazioni di Tajani, parlare in maniera generica di Lep non vuol dire assolutamente nulla. Noi aspettiamo anche risposte da un’ulteriore discussione parlamentare che si potrebbe aprire. Ma intanto – ha conclouso – andiamo avanti con la strada del referendum».