Sono 89mila le pensioni (invalidità, vecchiaia o anzianità anticipata e superstiti) erogate dall’Inps in Molise. L’importo dell’assegno è però inferiore alla media nazionale. Questa la situazione 2023: 1.362 euro in media per le donne (contro 1.412) e 1.901 per gli uomini (contro 2.154).
Il divario fra i generi, ha spiegato il direttore regionale Francesco Ricci (dal 1 luglio a capo dell’Istituto in Emilia Romagna ma ha mantenuto l’interim del Molise), deriva dalle differenze salariali fra maschi e femmine durante la carriera lavorativa.
I numeri sono contenuti nel Rendiconto sociale 2023, che contiene una mappa complessiva del territorio e i risultati dell’azione dell’Istituto nazionale di previdenza.
Il documento è stato presentato all’Auditorium del Palazzo Gil a Campobasso ieri mattina. Sala gremita, la partecipazione dei vertici delle istituzioni civili e militari, del partenariato economico e sociale, del mondo della scuola è stata corale e sentita. Il coro della Petrone ha aperto i lavori, poi i bambini dell’istituto guidato dal dirigente scolastico Natilli hanno “impersonato” la Costituzione e strappato applausi convinti e scroscianti alla platea.
Alla cerimonia ha preso parte, fra gli altri, il presidente del Comitato di vigilanza nazionale Roberto Ghiselli (insieme alla sindaca di Campobasso ha anche “premiato” i bimbi della Petrone).
La relazione è toccata al direttore Ricci. Dati demografici netti: andamento naturale con saldo negativo costante cresce tendenzialmente il numero di coloro che emigrano, oscilla invece il trend degli stranieri che scelgono il Molise. Ma dopo i picchi negativi relativi all’aspettativa di vita e al saldo migratorio (nel biennio 2020-2021 a causa della pandemia), dal 2022 il contesto sociodemografico è tornato a migliorare.
Per “colpa” del Covid, in regione come altrove, si è ridotto anche il Pil. Poi, la ripresa. Nel 2023 il saldo occupazionale è positivo (tasso al 56,9%, l’anno prima era al 54,8). La disoccupazione è scesa dal 10,5 al 9,6%. Costruzioni, commercio, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e ristorazione i settori di attività con maggiori assunzioni.
In aumento, ha evidenziato il direttore Ricci, anche le riscossioni per entrate contributive. Così come si è registrato un incremento del numero dei beneficiari di ammortizzatori sociali per cessazione di attività, soprattutto la Naspi (che nel 79% dei cassi viene erogata entro 30 giorni). Trend opposto, invece, per gli ammortizzatori per sospensione di attività (c’è stato un minore ricorso alla cassa integrazione dopo la fine dell’emergenza pandemica).
Per quanto riguarda le prestazioni pensionistiche e previdenziali, oltre al fatto che gli assegni sono più bassi della media nazionale si registrano tempi di attesa inferiori (nella maggior parte dei casi non si superano i 30 giorni).
Nel quadriennio 2020-2023 è costantemente cresciuto il dato delle prestazioni liquidate per invalidità civile. Sono al contempo diminuiti i tempi medi di fare sanitaria e amministrativa – si legge nel rapporto – passando da 97 a 87 giorni. Accolto, inoltre, nel 2023 il 61% delle domande per reddito e pensione di cittadinanza.
«Il rendiconto consente di cogliere – ha concluso Ricci – i tratti dello scenario relativo al nostro tessuto produttivo e sociale che evidenziano segnali di ripresa tali da far auspicare un progressivo rapido allontanamento dalle condizioni critiche generatesi nel periodo post pandemico, anche a causa delle incertezze legate agli equilibri internazionali. Anche nel 2023 l’Inps ha costituito un solido riferimento per i cittadini e per le imprese di cui ha cercato di cogliere, anche in maniera proattiva, i bisogni e le esigenze, mirando a una erogazione di servizi idonea a soddisfare tali bisogni in modo tempestivo ed efficace».