Questo gesto di pura “originalità” non può che strappare un sorriso amaro a chi osserva la scena. Si tratta, infatti, di uno di quei comportamenti che riescono a esprimere una filosofia di vita: se c’è una regola, tanto meglio ignorarla. E chi meglio di un esperto della sanità può prendersi una “licenza speciale” nel violare quelle stesse norme che per tutti gli altri sono sacrosante?
Non è la prima volta che sentiamo parlare di certe “espressioni di personalità” tra i corridoi del Cardarelli. Pare che per alcuni esistano solo i propri tempi, i propri spazi e le proprie esigenze (e la propria arroganza). Del resto, perché preoccuparsi dei semplici mortali, costretti a parcheggiare fuori, quando si può allegramente varcare la soglia del Pronto Soccorso con la propria auto, quasi fosse una sala VIP?
Certo, l’episodio porta a riflettere su come a volte la percezione di autorità possa confondersi con un senso di impunità. Viene da chiedersi: forse in questo ospedale esiste una “zona franca” per coloro che portano al petto il distintivo da medico-sceriffo? O è solo un modo per ricordarci che, se non si perde il pelo, il vizio sembra ancora più difficile da abbandonare?
In fin dei conti, episodi come questo ci strappano sì un sorriso, ma uno di quelli carichi di ironia e un pizzico di rassegnazione. Sarebbe forse il momento che i vertici dell’Azienda sanitaria intervenissero, ricordando a tutti che il rispetto delle regole non è un optional, nemmeno per chi crede di poter entrare in ospedale come se fosse il garage della propria abitazione.
Roba da sceriffi, insomma.
ppm