La povertà e il disagio abitativo stanno diventando emergenze croniche in Italia e, in particolare, in Molise, dove l’esclusione sociale è sempre più palpabile. Secondo gli ultimi dati Istat (ottobre 2024), in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta oltre 2,2 milioni di famiglie, circa l’8,4% del totale, mentre quasi 5,7 milioni di persone (9,7% della popolazione) versano in uno stato di grave deprivazione economica. La povertà relativa, con una diffusione del 10,6%, coinvolge inoltre 2,8 milioni di famiglie. I numeri sono più allarmanti nel sud Italia e in Molise, dove l’incidenza della povertà è superiore alla media nazionale, a testimonianza delle difficoltà che la regione vive.
Il dramma del disagio abitativo in Molise
Il disagio abitativo rappresenta una delle più drammatiche declinazioni della povertà. In Molise, la crisi abitativa è acuta, con 390 sfratti eseguiti nel 2022, il dato più alto degli ultimi dieci anni. Il 2023 ha visto una leggera diminuzione nel numero di sfratti eseguiti (286), ma il numero di provvedimenti emessi è aumentato del 6,54%, uno dei pochi segni positivi in Italia, insieme a regioni come la Lombardia e le Marche. Nel 2023, sono stati emessi 114 provvedimenti di sfratto, di cui 113 per morosità, concentrati prevalentemente nella provincia di Campobasso, con 56 casi nel capoluogo e 57 nei centri vicini.
Anche se le richieste di esecuzione di sfratti e gli sfratti eseguiti sono diminuiti, la loro riduzione percentuale è inferiore alla media nazionale: -17,05% contro il -25,68% nazionale per le richieste e -26,67% rispetto al -29,75% per gli sfratti effettivi. Questo confronto evidenzia come la regione sia riuscita solo in parte a limitare il numero di sfratti, rimanendo più vulnerabile rispetto ad altre aree d’Italia.
La problematica legata agli sfratti è accentuata dalla conclusione del blocco avvenuta a fine 2021 dopo la proroga stabilita durante l’emergenza Covid19. Questo ha portato nel 2022 a un’impennata negli sfratti accumulati nei due anni precedenti, incidendo in maniera drammatica sulle famiglie in difficoltà economica.
Le persone senza dimora e la marginalità sociale
A questa situazione già critica si aggiunge il dramma della grave marginalità sociale. In Molise, tra agosto 2022 e settembre 2024, sono state 167 le persone che hanno usufruito dei servizi per persone senza dimora offerti dal centro “La Città Invisibile” di Termoli. Di queste, 112 hanno beneficiato dei servizi in maniera più continuativa. Su scala nazionale, il fenomeno delle persone senza tetto interessa circa 100.000 individui e continua a crescere, evidenziando come le politiche pubbliche attuali siano inadeguate a fornire un’efficace rete di sostegno a chi vive in condizioni di marginalità.
L’assenza di politiche per la casa e il Fondo per il sostegno agli affitti
Da più di vent’anni, governi di ogni colore hanno ridotto gli investimenti nelle politiche per la casa, trascurando uno degli aspetti più fondamentali per la vita dignitosa dei cittadini. La progressiva diminuzione degli alloggi di edilizia popolare ha spinto molte famiglie nel mercato privato degli affitti, spesso con costi insostenibili, aggravati dall’aumento di fenomeni di turistificazione nelle città. L’assenza di investimenti è ancora più evidente con l’azzeramento del Fondo per il Sostegno agli Affitti da parte dell’attuale governo, una misura che aveva garantito nel 2023 circa 330 milioni di euro distribuiti dai Comuni alle famiglie in difficoltà. L’abolizione del Reddito di Cittadinanza, che rappresentava una parziale copertura per il pagamento dei canoni di locazione, ha aggravato ulteriormente la situazione.
I dati testimoniano un’assenza di risposte concrete da parte delle istituzioni rispetto alle reali necessità abitative della popolazione. In Italia, le case popolari rappresentano solo il 4% del totale, una percentuale nettamente inferiore rispetto ad altri Paesi europei, come Francia (17%), Regno Unito (18%) e Paesi Bassi (35%). Mentre molte abitazioni popolari rimangono vuote, in particolare nelle grandi città, gli affitti continuano ad aumentare (+10,2% in media tra il 2022 e il 2023, con un +14,2% nelle aree metropolitane).
Il disegno di legge Sicurezza
L’introduzione del disegno di legge 1660 (Ddl Sicurezza) da parte del governo Meloni ha sollevato preoccupazioni tra le associazioni locali come “La Città Invisibile” di Termoli e “Casa del Popolo” di Campobasso, che criticano «la criminalizzazione delle lotte per il diritto alla casa». Il controverso articolo 8 del ddl prevede il carcere per chi occupa case sfitte o partecipa a picchetti antisfratto, colpendo quindi chi non riesce a sostenere i costi dell’affitto, spesso a causa di licenziamenti o aumenti di canone. Questa norma sembra favorire i grandi proprietari, trascurando le difficoltà delle famiglie più deboli.
L’approccio del governo è stato quello di indicare le occupazioni come responsabili dell’emergenza abitativa, ignorando il problema reale: la mancanza di alloggi popolari e l’impatto delle nuove tendenze del mercato immobiliare, che escludono molte famiglie da una condizione abitativa sicura. Si stima che siano oltre 30.700 le famiglie italiane che hanno ricevuto un provvedimento di sfratto solo nel 2023, mentre le pene contro le occupazioni rischiano di aggiungere un ulteriore peso sulla popolazione in difficoltà.
Una soluzione possibile
Invertire la rotta è indispensabile. Occorre rimettere la questione abitativa e sociale al centro dell’agenda politica – sottolineano “La Città Invisibile” e “Casa del Popolo” – con soluzioni di ampio respiro: dal recupero e dalla creazione di nuovi alloggi popolari, fino alla regolamentazione degli affitti e alla destinazione a uso abitativo degli edifici pubblici abbandonati. Sono necessari fondi per il sostegno all’affitto e politiche che disincentivino gli affitti brevi, per restituire un alloggio a chi ne è privo. Il sostegno alle persone senza dimora, con progetti mirati e non vincolati a limiti temporali brevi, è essenziale per garantire a tutti una vita dignitosa.

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