Una tappa all’Altare della Patria, alle 9.30. Poi, alle 11, la cerimonia di avvicendamento nella carica di comandante generale dell’Arma dei Carabinieri alla Caserma Salvo D’Acquisto.
L’insediamento di Salvatore Luongo nella carica che gli è stata affidata dal governo Meloni è in programma domani mattina. Luongo – 62 anni, nato a Napoli ma cresciuto a Venafro dove il padre Antonio dal 1972 è stato a capo della stazione – è stato nominato martedì dal Consiglio dei ministri.
Era il nome del ministro della Difesa Crosetto, si è detto. Appena dopo la decisione è stato proprio l’esponente di Fratelli d’Italia a chiarire su X: «La nomina del generale è passata in Consiglio dei ministri all’unanimità, senza una sola discussione e in meno di un minuto». Dunque, non ci sarebbero «vincitori e vinti» nella scelta.
Il generale, che prende il posto dell’uscente Teo Luzi, ha avuto così la meglio sui «possibili candidati di valore» – per utilizzare le stesse parole del ministro della Difesa – che in qualche modo erano considerati più vicini ad altri esponenti di governo e in particolare al sottosegretario Alfredo Mantovano. Come il capo di Stato Maggiore dell’Arma Mario Cinque. L’altro nome papabile era quello del comandante dell’interregionale Pastrengo Riccardo Galletta.
Da Palazzo Chigi sono arrivati gli auguri della premier Giorgia Meloni, convinta che l’esperienza e la competenza di Luongo consentiranno al neo comandante di «guidare al meglio i nostri carabinieri, orgoglio nazionale e forza armata ammirata e apprezzata in patria e all’estero».
Luongo ha iniziato la sua carriera militare nel 1977, frequentando prima la Nunziatella di Napoli, poi l’Accademia militare di Modena e successivamente la Scuola di applicazione carabinieri di Roma. «Con i suoi cari e i suoi amici non ha mai cambiato atteggiamento ed è sempre stato il Salvatore di sempre – ha disegnato così il suo ritratto il fratello musicista Claudio -. Oggi è entrato nella storia dell’Arma dei Carabinieri e dello Stato. Sin da bambino voleva essere il primo in ogni cosa e tutto diventava una sfida con se stesso».
Figlio dello storico comandante dei carabinieri di Venafro, tre lauree e due master, vanta una lunga esperienza, con incarichi di responsabilità e comando in reparti territoriali. Luongo è stato anche per sette anni alla guida dell’ufficio legislativo del ministero della Difesa, dall’agosto del 2016 al dicembre del 2023, con i ministri Roberta Pinotti e Lorenzo Guerini del Pd, con Elisabetta Trenta del M5s e con l’attuale Giudo Crosetto. Ed infatti la sua designazione è stata apprezzata, e caldeggiata, anche da diversi esponenti dell’opposizione. Tra le posizioni di rilievo che ha ricoperto, spiccano ruoli strategici nella lotta alla criminalità organizzata e nella cooperazione internazionale contro il terrorismo. Riconosciuto per la sua attenzione all’innovazione, il generale ha contribuito a promuovere sinergie operative che mirano a rendere più efficienti i reparti, concentrandosi sull’integrazione di tecnologie avanzate per la sicurezza urbana e il controllo del territorio.
Una pioggia di messaggi istituzionali – dal governatore Roberti ai parlamentari, dal sindaco di Venafro alla collega di Campobasso – e di post e auguri di persone comuni ha “salutato” in Molise la scalata al vertice del generale «non tutto d’un pezzo», come ha confermato il fratello Claudio ieri a Primo Piano. Un molisano, per la prima volta, al vertice dell’Arma. Nella sua regione tutti aspettano Salvatore Luongo per poterlo abbracciare.

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