Un primo pronunciamento del Tar, in sede cautelare, a marzo aveva già sospeso la delibera della Regione sulla rilevazione dei debiti commerciali. Con la sentenza pubblicata il 20 novembre, i giudici amministrativi pronunciandosi nel merito hanno dichiarato illegittima la procedura avviata da Palazzo Vitale.
In sostanza, la Regione – riassume Confindustria Molise che ha portato il provvedimento davanti al Tar – chiedeva ai creditori, tra cui le imprese, di documentare il proprio credito entro un termine definito, a pena di “automatica cancellazione” del credito stesso. Lo scopo sarebbe stato quello di stilare un elenco definitivo dei debiti regionali, presumibilmente sconosciuti allo stesso ente, e proporre agli aventi diritto un abbattimento degli importi sino all’80%.
L’Associazione, assistita dagli avvocati Salvatore e Giuliano Di Pardo, ha impugnato la delibera regionale, sostenendone l’illegittimità in ragione del profondo sacrificio che determinava nei confronti dei creditori, obbligati ad aderire al piano di rilevazione e, dunque a subire un abbattimento certo del proprio credito nei confronti della Regione, per evitare di vederlo integralmente “cancellato”.
Particolarmente rilevante – evidenzia in una nota l’organizzazione che riunisce gli industriali – è il passaggio della sentenza con cui il Giudice Amministrativo, nel riconoscere in capo a Confindustria Molise la legittimazione a proporre il ricorso, sottolinea che «i provvedimenti impugnati, ancor prima di appuntarsi su singoli soggetti, appaiono idonei a incidere in modo diffuso e indifferenziato sulla vasta platea dei possibili creditori dell’Amministrazione regionale, nei cui confronti si pongono con immediatezza problematiche collettive di adeguata pubblicità (proprio a beneficio dei singoli) della procedura in questione, e di ricorrenza delle condizioni prescritte dalla legge per la sua attivazione: da qui l’emergenza dell’interesse collettivo tutelato dall’Associazione, distinto e autonomo rispetto a quelli individuali, e non in contrasto con questi ultimi».
Confindustria Molise si è fatta portavoce di un interesse collettivo, distinto ed autonomo, ma comunque coincidente con quello dei propri associati, dando tangibile attuazione ai valori su cui si fonda e ai principi che da sempre la animano.
«Esprimo grande soddisfazione per questa sentenza – il commento del presidente Vincenzo Longobardi – che dimostra quanto sia sempre importante il ruolo di organizzazioni come Confindustria, che sono in grado di tutelare gli interessi dei propri iscritti, soprattutto quando vengono lesi da provvedimenti ingiusti e contrari alla legge».
Resta, ad ogni modo, il problema del disavanzo regionale, il cui ammontare – segnala in chiusura Confindustria – è enorme e al tempo stesso indeterminato, come è stato anche rilevato della Corte dei Conti nella sua ultima analisi, resa nota ad ottobre: «A distanza di un decennio dalla riforma dei principi contabili introdotti dal d. lgs. n. 118/2011 – si legge nella conclusione del giudizio di parificazione del bilancio regionale del 2022 espresso dalla Corte – la Regione Molise continua ad avere una tenace resistenza alla piena e corretta applicazione dei principi contabili in materia di armonizzazione dei bilanci, con conseguente vulnus ai principi di veridicità, attendibilità e correttezza dei bilanci dell’Ente».