In Molise, nel 2023, il Pil è cresciuto dell’1,4%, a fronte di una media nazionale del +0,9%.
È uno dei dati emersi dal Rapporto Svimez 2024 presentato ieri a Roma.
A sostenere la crescita del Molise, si legge nel dossier, è stato in particolare il settore delle costruzioni (+3,9%) e quello dei servizi (+1,9%). Segno negativo invece per il settore dell’agricoltura che ha fatto registrare un decremento dello 0,2% e quello dell’industria (-1,1%). Nel confronto relativo al periodo 2019-2023, a trainare maggiormente la crescita è stato il settore delle costruzioni (+52,7%), seguito da quello dei servizi (+4,6%). Di contro, si è registrato un forte calo (-13,5%) per il settore dell’industria e del 5,5% per quello dell’agricoltura.
Fenomeno molto penalizzante per il Sud, rimarcato anche quest’anno nel Rapporto dell’associazione, è quello del “degiovanimento”, della “fuga delle competenze” dal Meridione e il rischio desertificazione per gli atenei del Sud su cui Svimez lancia l’allarme da tempo. Dal 2012 al 2022, 138mila giovani laureati (25-34 anni) hanno lasciato l’Italia. Tra gli altri fattori, incidono sulla scelta le basse retribuzioni: dal 2013 le retribuzioni reali lorde per dipendente sono calate di quattro punti percentuali (-8 nel Mezzogiorno), contro una crescita di sei punti in Germania. Negli ultimi dieci anni, inoltre, i giovani laureati che hanno lasciato il Mezzogiorno per il Centro-Nord sono quasi 200mila. Le migrazioni intellettuali da Sud a Nord sono alimentate anche dalla mobilità studentesca: due studenti meridionali su dieci (20mila all’anno) si iscrivono a una triennale al Centro-Nord, quasi quattro su dieci (18mila all’anno) a una magistrale in un ateneo settentrionale. Per alcune regioni il tasso di uscita degli studenti magistrali è nettamente superiore: in Basilicata l’83% lascia la regione, il 74% in Molise, più del 50% in Abruzzo, Calabria e Puglia. Tra il 2010 e il 2023, il sensibile aumento del numero di laureati meridionali si è realizzato esclusivamente grazie ai titoli conseguiti presso atenei del Centro-Nord (+40mila), mentre è addirittura diminuito il numero di laureati presso gli atenei meridionali.