Innovazione? Non ci siamo. Per quanto riguarda la sicurezza, invece, se non fosse per i furti in aumenti (già nel 2022, anno a cui si riferiscono i dati elaborati dall’Istat), tutti gli indicatori sarebbero positivi.
In generale, però, il Molise presenta livelli di benessere relativamente più bassi rispetto al complesso delle province italiane valutate sugli 11 domini del “Bes dei territori”. Lo rileva l’Istituto di statistica nel Rapporto “Il benessere equo e sostenibile dei territori” che delinea i profili della regione e delle rispettive province nel periodo compreso tra il 2020 e il 2024.
Dal confronto tra gli 11 domini del “Benessere”, il quadro più critico emerge nel settore “Innovazione, ricerca e creatività”, con il 75% degli indicatori provinciali nelle due classi di coda e nessuno nelle due più alte. Gli svantaggi più significativi in questo dominio riguardano la quota di Comuni che erogano interamente online almeno un servizio rivolto alle famiglie (23,9% a fronte del 42,7% del Mezzogiorno e del 53,6% della media nazionale) e il tasso di mobilità dei laureati (25-39 anni) che registra un saldo negativo con una perdita verso l’estero e le altre regioni del Paese pari a 36,8 giovani laureati per mille residenti di pari età e livello di istruzione.
Anche il capitolo “Benessere economico” mette in luce una larga prevalenza di posizionamenti nelle due classi inferiori (70%) e nessuno in quella più alta. La provincia di Isernia presenta il livello mediano di reddito leggermente più elevato (15.200 euro) rispetto ai 14.700 euro della provincia di Campobasso, che evidenzia tuttavia una minore dispersione e, dunque, una minore disuguaglianza tra gli individui.
I principali punti di forza si concentrano invece nel dominio “Sicurezza”, nel quale si registra una buona percentuale di indicatori su livelli di benessere relativo alti (41,7%) e medio-alti (25%) e nessun posizionamento nella classe di coda della distribuzione nazionale. In questo dominio la regione, per cinque indicatori su sei, evidenzia livelli di benessere superiori rispetto a quanto si registra in media nella penisola.
In particolare, evidenzia il rapporto, le misure relative alle denunce di reati predatori sono quelle che segnalano le distanze più ampie in positivo rispetto alla media-Italia. Nel 2022 le denunce di rapina (10,3 ogni 100mila abitanti) e di borseggio (29,2 ogni 100mila abitanti) sono nettamente inferiori alla media di ripartizione (rispettivamente 34,5 e 61,6 ogni 100mila) e alla media-Italia (rispettivamente 43,5 e 219,1 ogni 100mila). Le denunce di furto invece (164,4 ogni 100mila abitanti), con una crescita di circa sei punti rispetto al 2019, superano il Mezzogiorno (131,8), ma rimangono inferiori all’Italia (226,7).
Anche per quanto riguarda l’Ambiente le province molisane riportano in prevalenza buoni risultati (50% di posizionamenti nelle classi alta e medio-alta), pur a fronte di un 25% di posizionamenti nelle due classi più basse. Più nello specifico, tutti gli indicatori segnalano livelli di benessere superiori alla media nazionale, ad eccezione di quello sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani, che nel 2022 raggiunge il 58,4%, quasi sette punti in meno rispetto alla media del Paese, e quello sulla dispersione delle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile, che nello stesso anno si attesta al 53,9% (11,5 punti percentuali in più della media-Italia).
Infine, nel dominio ‘Istruzione’ e formazione il Molise e le sue province detengono una percentuale di indicatori nelle due classi di benessere relativo più elevate pari al 33,3% e riportano un ulteriore 44,4% di posizionamenti nella classe media. L’indicatore in relazione al quale la regione si distingue per il risultato maggiormente positivo è il tasso di passaggio all’università, ossia la quota di neo diplomati che si iscrivono per la prima volta all’università nello stesso anno del diploma, che nel 2022 si attesta al 59,7% (51,7 a livello nazionale).

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