Il nuovo rapporto Istat su “Reddito e condizioni di vita” evidenzia una tendenza preoccupante per il Molise, che nel 2024 fa segnare un netto peggioramento sul fronte del rischio di povertà o esclusione sociale. La percentuale di cittadini a rischio nella regione è salita dal 24,8% del 2023 al 27,5% del 2024 (a spanne, circa 80mila persone): un incremento di 2,7 punti percentuali in soli dodici mesi, che segnala una condizione di crescente fragilità economica e sociale.
Un dato che stride con l’andamento nazionale, dove l’indicatore del rischio povertà è rimasto pressoché stabile (18,9%) mentre quello che indica anche l’esclusione è passato dal 22,8% al 23,1, e che colloca il Molise ben al di sopra della media italiana.
In regione, il dato sul rischio di povertà “secco” (redditi al di sotto del 60% della mediana) è ancora più critico, nel 2024 coinvolge il 25% dei molisani, contro il 20,6% dell’anno precedente.
In lieve calo, invece, la grave deprivazione materiale e sociale, che passa dal 3,4% del 2023 al 3%, ma cresce sensibilmente la bassa intensità lavorativa: il 13,6% della popolazione tra i 0 e i 59 anni vive in famiglie in cui gli adulti lavorano poco o niente, rispetto al 9% registrato l’anno precedente.
I numeri forniti dall’Istat fanno del Molise una delle regioni in maggiore sofferenza economica del Centro-Sud, pur collocandosi sotto la media del Mezzogiorno, dove il rischio povertà o esclusione sociale tocca il 39,2%. Il dato molisano, però, appare ancora più significativo se si considera che nel 2023 era tra i più bassi del Sud. L’inversione di tendenza in un solo anno accende un campanello d’allarme.
Il report conferma che, in Molise, redditi e lavoro non bastano a garantire benessere. Il reddito netto familiare medio (esclusi gli affitti figurativi) resta sotto la soglia nazionale, e una quota crescente di lavoratori rientra nelle fasce a basso reddito. Il rischio di povertà lavorativa, associato in particolare a contratti instabili, part-time involontario e scarsa retribuzione, colpisce soprattutto i giovani e le famiglie numerose.
Secondo l’Istat la povertà è più diffusa tra chi ha un basso titolo di studio, tra gli anziani soli, i nuclei monogenitoriali e le famiglie con tre o più figli. Il Molise, con il suo progressivo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione, è un territorio quindi molto esposto.
Servono politiche pubbliche mirate: sostegno al reddito, investimenti strutturali, rilancio occupazionale e servizi di prossimità, in particolare nelle aree interne.
L’aumento del 2024 non è solo un numero. È il segnale di una regione che si sta impoverendo e che rischia di perdere pezzi di futuro. Per contrastare questa deriva, servono interventi urgenti, mirati e soprattutto continuativi. Non si tratta solo di redistribuire risorse: si tratta di restituire dignità, sicurezza e opportunità a migliaia di cittadini che, oggi, vivono nell’incertezza quotidiana.