È il giorno dello sciopero del personale in servizio alla Fondazione ‘Giovanni Paolo II’ di Campobasso proclamato da Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fials e Cobas. L’arcivescovo di Campobasso Giancarlo Bregantini, con la Commissione della pastorale diocesana della salute, esprime “tutto il suo rammarico, il suo dolore e la sua costernazione, per la durezza con cui si è proceduto all’attuazione di questo provvedimento estremo”. ”Si dovevano raccordare le parti in causa, con uno spirito più costruttivo – scrive -. Il mantenimento della decisione è così segno di un mancato accordo, che poteva e può essere ancora raggiunto, con condizioni di fiducia reciproca”. Bregantini si dice convinto che si debba ”percorrere la strada del contratto di solidarietà, con modalità innovative, che sono state pensate con saggezza dalle parti sindacali. Proposte che vanno ascoltate con maggior dialogo e reciproca fiducia. Ci sono gli spazi ancora aperti”. Alla Regione il presule chiede di elaborare una più sicura armonizzazione delle due strutture, l’ospedale Cardarelli e la Fondazione, come già da tempo auspicato. ”Occorre anche per questo una decisione più chiara ed una logica più decisa, perché si possa costruire quella Cittadella della sanità molisana, che è nell’interesse di tutti averla, qualificata e pronta, nel cuore della nostra Regione”. Alla Fondazione, Bregantini sollecita ”di ritirare il provvedimento dei licenziamenti, che produrrà un danno gravissimo all’immagine della ex Cattolica così tanto valuta dai vescovi e sostenuta dalla presenza dello stesso Papa Giovanni Paolo II”. Bregantini dunque è in piazza, insieme e al fianco dei lavoratori, come nel settembre del 2010.