Granarolo arriva in Molise con il presidente Gianpiero Calzolari e il suo vice Danio Federici. L’azienda fa sul serio, ha scelto il Molise per la nursery da 12mila manze. Lo ha scelto perché ha le condizioni climatiche e ambientali ideali, sottolinea Calzolari. “Qualcuno ci dice: perché non ve lo fate in Emilia Romagna? Rispondiamo in modo molto semplice: perché da noi c’è la nebbia ed è questo un tipo di clima che aumenta i problemi”.
Quindi Calzolari evidenzia le innovazioni che il progetto contiene: “Seguiamo l’esempio di altri Paesi che hanno allevamenti efficienti di grandi dimensioni e sono riusciti ad ottimizzare la salute, il benessere animale, la sostenibilità ambientale. Progetti di questo tipo rappresentano un forte elemento di modernizzazione del sistema agro industriale italiano. Per questo intendiamo presentare il nostro ‘Gran Manze’ all’Expo di Milano come primo progetto del suo genere in Italia e tra i più avanzati in Europa”. L’investimento previsto, da 20 milioni di euro, è interamente a carico dei soci. Per realizzare la struttura è stata creata una apposita società, la Gran Manze srl (la Granarolo detiene il 10%). I soci di partenza sono dieci, tutti allevatori, ma l’obiettivo è quello di arrivare a 100. I vertici del Gruppo hanno anche spiegato come funzionerà l’insediamento previsto nel basso Molise: dalle stalle di origine degli allevatori delle diverse regioni le vitelle di almeno 15 giorni di vita verranno trasportate al centro specializzato per il loro accrescimento, dove resteranno almeno fino al raggiungimento della gravidanza (15 mesi). Il ritorno alle stalle di origine è previsto uno o due mesi prima del parto (in tutto circa 22 mesi).
Foraggio, trasportatori e dipendenti (circa 50) saranno molisani. Almeno questa la scelta preferenziale, la filiera per Granarolo è cortissima. “Abbiamo deciso di scommettere sul Molise” ancora Calzolari e Federici. “Ma non vogliamo arrivare qui in contrasto con le comunità locali. Se il Molise non ci vuole andremo altrove”.