La notizia del bambino costretto a mangiare un panino fuori dalla scuola mentre il resto dei compagni accede alla mensa continua a suscitare indignazione. Premesso che, come scritto nei giorni scorsi, il problema buoni pasto è stato risolto grazie alla grande solidarietà dei privati (e poi dall’intervento del Comune), tra le centinaia di telefonate, email, messaggi sui social network arrivati da tutta Italia (ma anche da Svizzera e Canada), uno in particolare ha colpito la nostra redazione: quello del ‘Santo’, al secolo Alessandro Maiorano.
L’uomo, residente a Prato, è stato portato a conoscenza della storia da un amico e non ci ha pensato un solo secondo a farla sua. Con tutte le conseguenze che è facile immaginare scorrendo la sconfinata ‘bibliografia’ che parla per lui. Basta fare una ricerca sui siti internet per comprendere meglio chi sia e cosa faccia. Tra le sue ‘attività’ preferite, e che lo hanno reso celebre in tutta Italia, figura il soccorso a pensionati e disoccupati che non riescono ad arrivare alla fine del mese e che sono sorpresi a rubare gli alimenti. Ormai da oltre cinque anni, stufo delle ingiustizie Alessandro, che si è guadagnato l’appellativo di ‘Santo’ per via delle sue azioni in aiuto dei più deboli e bisognosi, puntualmente si interessa di casi come quello del bambino del ‘Don Giulio Testa’: “Tra le tante che ho sentito, questa è la storia più triste che mi sia mai capitata”, ha quindi sentenziato.
Occorrerebbe forse una monografia per raccontare tutte le sue opere di bene e di carità, considerate da Alessandro Maiorano come una missione “iniziata qualche anno fa dopo che era stato ricevuto con la famiglia da Papa Ratzinger” (come ha scritto La Stampa pochi giorni orsono).
Il solo intervento del “Santo” è in grado di mobilitare, come si suol dire, mezzo mondo. Ora ha deciso che la storia del bambino costretto a mangiare il panino da solo merita di essere portata a conoscenza del Papa emerito al quale l’uomo sta per inviare una lettera. Solo qualche giorno fa il ‘Robin Hood’ di Prato ha accompagnato in Vaticano una ragazza di Pistoia affetta da una gravissima malattia degenerativa che è stata ricevuta da Papa Francesco al termine dell’udienza generale. Il 55enne benefattore toscano ha espresso un tale sdegno per la vicenda che da cronisti fatichiamo a descrivere. “Come può un preside, un docente, un amministratore permettere una cosa del genere?!”, ha tuonato. “La storia è di una gravità e di una vergogna senza precedenti. Comunque siano andati i fatti al bambino sono stati tolti onore, rispetto e dignità”. Quindi, il “Santo” ha confessato: “Mi rivedo in questo bambino. Quanto accaduto è schifoso”.

riccardo prete

 

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.