Lo stress sul lavoro colpisce un lavoratore su quattro e ha un costo annuo in Europa pari a 25 miliardi di euro. Il dato è elaborato in uno studio del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, secondo cui si rendono dunque necessarie “politiche di prevenzione di alta qualità”.
Lo stress ‘da lavoro’, affermano gli psicologi, colpisce, nei 28 Stati membri dell’Unione, quasi un lavoratore su quattro. Più della metà delle giornate lavorative perse è dovuta a stress. Per sette lavoratori italiani su dieci le cause più comuni di stress sono legate alla riorganizzazione o al carico di lavoro e alle ore di attività.
Oltre sei lavoratori italiani su dieci indicano inoltre fra le cause di stress anche la mancanza di sostegno da parte dei colleghi o superiori e comportamenti inaccettabili come il bullismo e le molestie, o legano lo stress a ruoli e responsabilità poco chiare. Al contrario, solo quattro lavoratori italiani su dieci ritengono che i fenomeni di stress siano rari, mentre uno su 20 nega addirittura si verifichino.
La legislazione italiana “è all’avanguardia nel campo della prevenzione dei rischi compreso lo stress da lavoro correlato, ma le misure aziendali di prevenzione possono tuttavia essere molto migliorate. Adottando il giusto approccio – spiega Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale degli Psicologi – i lavoratori e le aziende possono vincere la battaglia contro lo stress che, quando legato all’attività lavorativa, è prevenibile”.
Su queste problematiche, il Consiglio nazionale degli Psicologi ha recentemente condotto uno specifico studio, ora raccolto nel volume ‘Rischio stress lavoro correlato. Le competenze dello psicologo nella valutazione e gestione’.