Servono 150 milioni di euro. Se il governo Letta non li trova, 10 milioni di italiani entro il 16 gennaio dovranno versare una parte della seconda rata Imu che lo stesso esecutivo ha cancellato per decreto. Beffa oltre il danno perché la cosiddetta mini-Imu toccherà ai residenti nei centri che hanno fissato l’aliquota oltre lo standard dello 0,4%. In Molise sono 28 le amministrazioni interessate, o incriminate.

Nell’elenco ci sono Campobasso e Termoli, ma anche Bojano, Cercemaggiore, Colletorto, Trivento, Baranello, Casacalenda, Ferrazzano, Mafalda, Mirabello Sannitico, Montecilfone, Pietracatella, San Biase, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni, Torella del Sannio, Toro. E in provincia di Isernia Acquaviva d’Isernia, Agnone, Cantalupo nel Sannio, Castel del Giudice, Castel San Vincenzo, Castelpetroso, Colli a Volturno, Filignano, Rionero Sannitico, Sant’Angelo del Pesco. I contribuenti residenti in questi centri dovranno versare allo Stato il 40% del minor gettito causato dall’abolizione della seconda rata. A meno che non si trovino soluzioni alternative. Per i tecnici che stanno studiando il da farsi, fra le opzioni possibili c’è quella di recuperare la cifra necessaria agendo sugli acconti fiscali. Dopo Ires ed Irap, già aumentate, rimane l’acconto dell’Iva.

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