Dormiva da due millenni. Potrebbe essere stata la faglia del Lago del Matese ad avere provocato il terremoto che il 29 dicembre 2013 ha fatto tremare, con una scossa di magnitudo 4.9, le province di Caserta e Benevento. Stando a quanto sostengono i geologi del dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse (Distar) dell’università Federico II di Napoli la faglia in questione, ritenuta dormiente da circa duemila anni, potrebbe essere coinvolta nel sisma sia perché “è prossima all’ipocentro del terremoto sia perché ha caratteristiche (come immersione e inclinazione) compatibili con la geometria profonda ricostruita in base ai dati sismologici e la profondità del terremoto” ha osservato Alessandra Ascione che da anni studia l’area con Luigi Ferranti e Stefano Mazzoli, tutti del Distar e che stanno lavorando all’individuazione della faglia coinvolta. Considerando profondità e magnitudo registrate, i ricercatori ipotizzano, con i dati finora a disposizione, che una sezione profonda circa 10 chilometri e di lunghezza limitata (di qualche chilometro) di un segmento della faglia del Lago del Matese si sia attivata generando il terremoto. L’area del Matese, spiegano, è caratterizzata dalla presenza di un sistema di faglie attive che include più strutture orientate a nord ovest e sud est. Alcune di esse sono considerate responsabili di forti terremoti storici, avvenuti nel 1349, nel 1456, nel 1688 e ancora nel 1805.