Il Rivolo manda su tutte le furie il presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis che per la realizzazione di quell’opera pubblica è commissario straordinario. Al telefono alza la voce, ma lo fa con garbo. La sua è l’irritazione di chi sa di stare nel giusto ma nel contempo di avere le mani legate. La storia è lunga più 30 anni ed è fin troppo nota. Primo Piano, ma d’altronde tutti gli organi d’informazione regionali, se n’è occupato tante volte. Sull’edizione di ieri l’ultimo capitolo (giornalistico) di una vicenda che sembra non avere mai fine.
Il cronista ha preso spunto dalla promessa che proprio De Matteis fece qualche mese fa a Luca Abete di Striscia la notizia circa l’ultimazione dell’opera “entro Natale”. Data evidentemente elusa, anche se, come lo stesso commissario spiega, questa volta pare davvero fatta. I lavori sono terminati. Si tratta solo di ultimare piccoli dettagli e accelerare un po’ la burocrazia. E poi, finalmente, l’arteria sarà percorribile.
Mesi di intenso lavoro che hanno richiesto molte energie. “Ci sto rimettendo la salute – dice De Matteis – e mi adiro perché le cose non stanno esattamente come vi ostinate a rappresentale”. Poi il tono della voce cresce: “Se la Fondovalle del Rivolo, a distanza di 34 anni, ha avuto un epilogo positivo, una svolta, una conclusione, è grazie al lavoro mio e del mio staff. Nelle vesti di commissario ho agito nel rispetto delle leggi e ho dato l’anima per questa strada che è completata”. E questa è una buona notizia che certamente sarà accolta con favore non solo dai lettori di Primo Piano ma da tutti i molisani e in particolare da coloro che risiedono nell’hinterland del capoluogo.
“Nessuna promessa mancata”, respinge così al mittente critiche e polemiche. E poi l’invito: “Chiunque può andare a vedere di persona e può documentarsi sul perché di questi 30 anni e più di fermo. Ben altra cosa è qualche settimana di ritardo a fronte di crucci burocratici non addebitabili al sottoscritto”.
Ad onor del vero nessuno ha mai addebitato inadempienze al presidente, nel caso di specie commissario, De Matteis. Ma se davvero siamo agli sgoccioli, la sua reazione – dopo sette lustri di vicissitudini e peripezie – si giustifica.
“Nelle vesti di commissario – spiega ancora il capo di Palazzo Magno – non spetta a me aprire la strada ma consegnarla a lavori ultimati, per i quali mancano veramente minuzie e per i quali sto agendo pressando in continuazione. Pertanto, non credo assolutamente di meritare un atteggiamento di ostilità visto e considerato che se di ritardi e di mancate promesse si vuole parlare io ne sono assolutamente estraneo”.

 

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