“Porteremo a termine la ricostruzione entro i prossimi cinque anni, entro il 31 dicembre 2018; ci sono 320 milioni di euro a disposizione e dunque una disponibilità di circa 60 milioni l’anno”. Il presidente della Regione, Paolo Frattura, ha fatto il punto sulla ricostruzione post terremoto in Molise. “Il primo obiettivo – ha aggiunto – è quello di ridare una casa a chi ancora, dopo undici anni, ancora non ce l’ha”. Frattura ha poi sottolineato di aver trovato alla Protezione Civile regionale “una situazione difficilissima”: “In otto mesi – ha aggiunto – abbiamo messo ordine”. Poi ha ricordato: “Quando siamo arrivati non c’era un solo Apq (accordo di programma quadro) firmato. Il primo è stato firmato il primo luglio scorso”.

Nella conferenza stampa convocata a Palazzo Vitale assieme al consigliere delegato, Salvatore Ciocca, e al direttore dell’Arpc, Emidio Mastronardi, il presidente della Regione Paolo Frattura ha illustrato anche i dettagli del sì del governo a fondi aggiuntivi per l’assistenza tecnica alla ricostruzione. “La nota del ministro Trigilia, con data 16 gennaio, risponde – ha contestualizzato il governatore – a una nota che la Presidenza della Regione ha inviato al ministero lo scorso 25 ottobre. Oggi riceviamo la conferma a una richiesta avanzata da noi prima della scadenza dei contratti. A garanzia della continuità, 3 milioni e mezzo aggiuntivi che in parallelo ci impongono un ragionamento serio e ponderato sul fabbisogno effettivo delle professionalità”. La quota del 3% corrisponde al tetto massimo fissato dalla delibera Cipe 1/2009 per i programmi fino a 500 milioni di euro, “non è una soluzione arbitraria del ministero. Ricordiamo questo – l’affondo del presidente – a chi parla senza leggere e conoscere le leggi, al contrario di chi è abituato a parlare quando conosce i fatti e a stare in silenzio per ascoltare quando non li conosce”. Frattura ripercorre quindi le tappe della vicenda: nella delibera Cipe 62/2011 che stanzia 346 milioni per la ricostruzione post sisma non c’è voce per l’assistenza tecnica: “L’abbiamo prevista noi – ha specificato – all’interno degli Apq. Per ogni Accordo di programma quadro le strutture ministeriali ci hanno riconosciuto il 2%. Insufficiente, l’ abbiamo subito denunciato: in totale gli interventi coinvolti dalla ricostruzione sono 1.141. A fronte di queste esigenze abbiamo motivato la richiesta di riallinearci con il tetto massimo fissato dalla delibera Cipe 1/2009 al 3%, un punto in più rispetto a quanto già stanziato”, per un importo complessivo di 10 milioni e mezzo. Dalla nascita dell’Agenzia di protezione civile, istituita con legge regionale il 30 aprile 2012, sono stati spesi 5,2 milioni solo per il personale per 218 contratti, ora scaduti o in prossima scadenza. “È evidente – ha proseguito Frattura – che l’assetto dovrà essere rivisto per renderlo compatibile con le risorse disponibili”. A stretto giro di posta, sarà il neodirettore dell’Arpc, Emidio Mastronardi, a definire il fabbisogno necessario in termine di personale “ripartito per professionalità e competenze” relative ai singoli settori. “Nel rispetto delle professionalità presenti e costruite dopo il cosiddetto concorsone premieremo all’interno del personale – ha assicurato il presidente della Regione – il numero di risorse professionali utile ad accompagnare la ricostruzione. Lo faremo attraverso una selezione interna, mettendo in campo risorse certe per stipulare contratti certi”. 

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