Alla 66esima assemblea generale della Cei il vescovo di Campobasso Giancarlo Bregantini ha incontrato papa Francesco. Emozionante il saluto che il pontefice gli ha rivolto a margine dei lavori. A padre Giancarlo che faceva cenno alla stesura delle meditazioni per la Via Crucis della Pasqua 2014 che si è svolta al Colosseo Bergoglio ha risposto: “Ah… Quella Via Crucis”. Commovente anche il biglietto di ringraziamento che gli aveva già fatto recapitare. “Mi ha fatto stare bene” aveva scritto Francesco ricordando le riflessioni che il vescovo aveva dedicato agli ultimi: i profughi, i disoccupati, i carcerati. I ‘nuovi crocifissi del mondo’.
“Il Papa è sorprendente come ci si aspetta! Da lui una ‘strigliata’, ma paterna, e una fiera attenzione. Ha voluto salutarci tutti e nei miei confronti è stato molto, molto delicato” dichiara Bregantini. “Tante sono state le domande poste dai vescovi, chi sul tema della politica in Italia, chi sulla famiglia, sul laicato sull’immigrazione, sull’ecumenismo e temi riguardanti la concretezza dei preti. Ciascuno ha chiesto a lui una luce su un pezzetto della vita di un vescovo e lui ha saputo rispondere con grande concretezza ed insieme – sottolinea il presule – con grande rispetto. In pratica la cosa bella che lui ci insegna è questa: essere capaci di raccogliere le domande, anche quelle più piccole ed i disagi più umili, più piccoli che ciascuno di noi vive con quella ‘prossimità’ che ci dà poi da fare ‘in campo’. Lui non scende mai alle banalità ed alle battute anche se è concretissimo perché sa portare sempre in alto il dibattito. Ti ascolta, scende, ma poi ti eleva e questo produce in chi lo ascolta un grande senso di familiarità e di vicinanza ed infine una grande spinta verso cose grandi ed ideali più profondi. Ad esempio sulla politica, ha saputo descrivere i limiti della politica italiana – conclude Bregantini – ma poi ha esortato subito a tutti ad educare, avere stima, recuperarla, ad avere la stessa fiducia. Questo è un po’ lo stile di questo Papa. Vicino al prossimo ma mai da ‘amicone’. Sempre ‘alto’ come un vero Maestro”.