L’incubatoio e il mangimificio restano dove sono. Il macello della nuova Gam, invece, sarà realizzato a poche centinaia di metri da quello attuale. Che ha chiuso la produzione a novembre per la crisi dell’azienda di Bojano ma pure perché non è a norma e necessiterebbe di un ammodernamento profondo anche nei macchinari. Due le cooperative da costituire: una O.P. (organizzazione dei produttori) che raggrupperà gli allevatori e gestirà incubatoio, mangimificio e centri pollastre; l’altra invece riunirà i lavoratori e curerà la produzione. Entrambe parteciperanno ad una Spa – che sarà ‘al di sopra’ delle due coop – e questa a sua volta avrà una partecipazione nelle due cooperative in modo che le decisioni strategiche siano prese sempre con il consenso di tutti.
Queste le linee essenziali del piano di rilancio della filiera avicola molisana (nella foto il presidente Frattura, l’amministratore unico Baranello e l’avvocato Lalli durante un’assemblea nello stabilimento di Monteverde). Che si completano con l’imprescindibile aspetto finanziario. La Regione partecipa alla ristrutturazione per il 50% (oltre non può andare, incorrerebbe nel divieto di aiuti di Stato imposto dall’Ue): 16 milioni di euro che ha individuato nel Psr ma potrebbero ‘soccorrere’ anche altre risorse. Soci-lavoratori e allevatori entreranno nell’affare con una quota complessiva di 2 milioni per ognuna delle due cooperative in cui saranno associati. Un milione, rispettivamente, la partecipazione ‘diretta’ delle due coop, per il resto si ricorrerà al fondo per le Pmi istituito dalla Finanziaria regionale 2014 (un fondo rotativo con capienza fino a 8 milioni). La quota delle due coop raddoppierà attraverso l’intervento della finanziaria delle cooperative, la Cfi, e di quella del Mipaaf, l’Isa. Rimangono ‘scoperti’ 8 milioni di investimenti, per i quali si dovrà ricorrere ad un mutuo.
Della vertenza sta discutendo Palazzo Moffa. Al piano di rilancio hanno lavorato i tecnici della Regione e quelli dell’Alleanza delle cooperative (Confocooperative, Legacoop e Agci). Poi è stato condiviso coi sindacati. Quanto ai tempi, già a luglio-agosto l’assessorato all’Agricoltura sarebbe pronto per quello che riguarda l’impiego dei fondi del Piano di sviluppo rurale. La posa della prima pietra per il nuovo macello è prevista, se non ci saranno intoppi, per settembre. È chiaro però che prima si parte con la definizione dell’assetto societario e la costituzione delle cooperative e prima si avrà l’accesso alle risorse (siano regionali o bancarie).
Io sono un trasportatore della Gam che ha dovuto lasciare il Molise e trasferirmi per lavoro a Perugia. Per prima cosa mi preme ricordare al presidente Frattura che ci devono finire di pagare perché non è giusto non pagare chi ha lavorato per questa azienda da 27 anni. In secondo luogo se è vero che i lavori cominceranno a settembre vuol dire che prima del 2016 non termineranno e allora mi domando: possiamo noi aspettare tutto questo tempo? Forse non era meglio continuare a lavorare e nel mentre si ristrutturava? E poi siamo sicuri che si troveranno i soldi per iniziare a costruire una nuova azienda? Vedi caro presidente Frattura i dubbi sono tanti. Spero che lei dica la verità buonasera a tutti da Arezzo