Lo stato di salute della nostra regione, con riferimento al 2013, è stato tracciato nel corso della XII giornata dell’economia. Nel classico appuntamento organizzato da Unioncamere Molise e dalle Camere di Commercio di Campobasso e Isernia è stato illustrato il rapporto realizzato dal centro studi e ricerca di Unioncamere Molise. Un rapporto in chiaroscuro, più scuro che chiaro a dire il vero.
Il tessuto produttivo, pur messo a dura prova dalla crisi, mostra qualche segnale positivo: se il numero delle imprese registrate, 35.109, diminuisce rispetto al 2012 dello 0,6%, il ritmo di crescita del tessuto imprenditoriale, dato dal rapporto tra iscrizioni e cessazioni, torna positivo con un +0,24% (quello nazionale è pari a +0,21%), merito principalmente del risultato della provincia di Isernia (+2,84%).
L’analisi della forma giuridica conferma, anche per il 2013, la sostanziale tenuta alla crisi delle imprese più strutturate. Le società di capitali presentano un saldo demografico di +291 imprese e una differenza tra imprese nate e cessate di +206 con un tasso di crescita positivo e pari a +5,60%. Diminuscono invece le ditte individuali di piccole e piccolissime dimensioni, più esposte alla crisi.
Quanto ai settori, male l’industria (-1,2 %) e le costruzioni (-1%), in crescita invece le imprese legate all’erogazione di servizi. Un discorso a parte merita l’agricoltura, per la quale è ancora in corso una trasformazione produttiva che va senza dubbio verso una migliore redditività, ma comporta nell’immediato una contrazione del numero delle imprese.
A preoccupare, invece, è la disoccupazione che ha raggiunto il 48%. Un giovane molisano su due non lavora e salgono visibilmente i cosiddetti scoraggiati, cioè colore che un lavoro non lo cercano neanche. Così come aumenta la cassa integrazione (+14,6%).