“L’energia questa sconosciuta. Verrebbe da scrivere proprio così leggendo i documenti amministrativi rilasciati dalla Regione Molise o ancora ascoltando le proteste di diversi comitati e associazioni schieratesi contro l’ultimo impianto eolico autorizzato nel Comune di Montecilfone”, è questo l’incipit di una nota congiunta firmata da Mariassunta Libertucci, presidente di Legambiente Molise, e Bruno Mignogna, responsabile del settore energia.

“È opportuno ricordare che si tratta di un campo eolico composto da 11 pale in grado di generare energia elettrica pulita. Tale aspetto, spesso dimenticato da chi si appella al cambiamento del paesaggio che le pale inevitabilmente generano, non è sottovalutabile. Si ignora, infatti, che proprio in Molise le fonti rinnovabili (tra cui l’eolico) hanno permesso la chiusura di una centrale a ciclo combinato presente nel nucleo industriale di Termoli e la drastica riduzione dell’operatività della più grande centrale termoelettrica regionale. Tutto ciò si traduce, ovviamente, in minori emissioni di agenti inquinanti e quindi in una migliore salubrità dell’aria. Viene da chiedersi come mai le associazioni e i comitati che si battono contro gli impianti eolici non mettono mai in luce i successi che tale moderna tecnologia sta dando”.

“Discorso diverso – sottolineano ancora da Legambiente – va fatto rispetto alla questione normativa regionale. Il Molise si presenta tra le regioni italiane come una cenerentola. Il piano energetico regionale è datato 2006.  Per ovviare a questo proliferare disordinato di impianti eolici, Legambiente Molise propone e puntualizza che sarebbe opportuno una maggiore attenzione sul tema da parte del nuovo governo regionale. È necessario rafforzare o meglio, riformare, il sistema delle regole regionali al fine di pianificare il territorio, individuando, come detta la normativa, esclusivamente le zone NON idonee alla realizzazione di tali impianti, come i siti di interesse archeologico, culturale e paesaggistico. L’eolico è un settore strategico per il futuro della nostra regione. Il “buon vento” rappresenta una componente fondamentale di una nuova economia che, se ben utilizzata, può essere ben integrata nel nostro paesaggio”.

 

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