Nello stabilimento ex Ittierre di Pettornaello c’è stato un incontro cui hanno partecipato i segretari provinciali di categoria dei quattro sindacati, le Rsu aziendali, la proprietà della new-co rappresentata da Rosati e dal suo braccio destro, Falco; ed Antonio Bianchi come trait union tra vecchia e nuova società. Dopo la presentazione del progetto in tribunale, dall’incontro è emerso che Oti in qualità di cessionaria si impegna al reintegro entro il 30 settembre di 40 unità lavorative di cui dodici sull’outlet di Roccaravindola e gli altri 28 dipendenti suddivisi negli altri settori. Ulteriori 15 lavoratori saranno assunti in tempi brevi dalla HdC Holding per alimentare un’attività di logistica indipendente ed autonoma rispetto all’odierno ramo d’azienda fittato. Questi in sostanza i numeri da cui parte la Oti. Il 51% della new-co è detenuto da Rosati; il restante 49% da Bianchi a titolo personale, senza il coinvolgimento di Albisetti. Le licenze attualmente nella disponibilità di Oti sono tre: oltre a Lorenzo Riva (di proprietà della Holding del Conte) figura una produzione completa uomo / donna con prima e seconde linee ed un’altra licenza solo ‘donna’. Ci sono i presupposti al momento per la produzione di altre licenze senza royalties. Rosati è parso determinato, voglioso di ripartire quanto prima. Ha detto di credere nel rilancio dell’azienda pur consapevole di dover ripartire da zero; oltre che sulla produzione l’imprenditore lombardo punta molto sulla logistica fashion lavorando su Albisetti, Oti ed altre maison.