La procura di Campobasso indaga sulla concessione dei trattamenti di cassa integrazione negli ultimi anni in Molise. Sul tavolo degli inquirenti diversi casi. Tra questi anche quello della Solagrital e i nomi e le posizioni passate al setaccio sarebbero eccellenti.

Alcuni dirigenti della cooperativa, oggi in liquidazione coatta amministrativa, con il loro operato avrebbero indotto in errore il ministero del Lavoro. Ingente l’ammontare delle somme che sarebbero state indebitamente percepite, pare sia complessivamente superiore ai 3,5 milioni di euro. In sostanza, Solagrital poneva in cassa integrazione i dipendenti a tempo indeterminato, il cui trattamento passava così a carico dell’Inps. Poi la stessa azienda di Bojano assumeva avventizi e quindi sostituiva con i precari, legati da contratti a tempo determinato, le maestranze che erano in cassa integrazione. Operazioni, queste, che erano abbastanza note e di cui pure la politica si è occupata più volte. Numerose le denunce, ad esempio, dell’ex consigliere regionale di opposizione Massimo Romano sulla gestione della Solagrital e poi della Gam anche riguardo al ricorso agli ammortizzatori e agli avventizi. Più volte, anche insieme agli allora colleghi Filippo Monaco e Felice Di Donato, Romano ha presentato esposti che facevano riferimento, fra le altre cose, ad episodi – denunciati da alcuni sindacati – di “ricorso a cassa integrazione punitiva”.

La vicenda, dunque, è da tempo all’attenzione dell’opinione pubblica. Se ne è occupata analiticamente la Guardia di Finanza ricostruendo le pratiche per l’accesso agli ammortizzatori e verificando la legittimità della concessione. L’ipotesi di reato formulata dagli investigatori è di truffa finalizzata a conseguire erogazioni pubbliche. E coinvolgerebbe, come già evidenziato, personaggi eccellenti nella storia della ex Sam. Una storia purtroppo ancora alla ribalta della cronaca politica e sindacale perché pure la Gam – che ha rilevato dalla Solagrital la filiera avicola molisana – ha messo tutti i lavoratori in cassa integrazione, l’azienda è chiusa ed è alle prese con una incerta pianificazione della ripartenza. Intanto, però, si apre un varco per l’accertamento di quanto è avvenuto, in particolare fra il 2009 e il 2012, nell’azienda di Bojano.

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