La Fillea Cgil denuncia il mancato inserimento dei lavoratori dell’edilizia dall’elenco dei beneficiari degli ammortizzatori sociali in deroga per il 2014 da  parte della Regione.

“Il comma 1 dell’articolo 16 della legge 223/91 esclude dalla mobilità i lavoratori licenziati da Imprese Edili e per cui, la Regione Molise, nonostante il grave disagio economico e sociale che sta attraversando il settore dell’Edilizia, non aiuta questi lavoratori nemmeno per i tre mesi di mobilità in deroga,  cosa che verrà pagata ai lavoratori che hanno terminato la mobilità ordinaria in base alla citata legge 223/91 e quella in deroga”, fannno sapere dalla Fillea rammentando come “il settore dell’edilizia negli ultimi anni abbia subito un inesorabile declino e a tutt’oggi non  si intravede una possibile via d’uscita”.

Migliaia di lavoratori Edili hanno già terminato il beneficio dell’ASPI ( ex indennità di disoccupazione)  e per molti altri sta per terminare, gli stessi  speravano tanto di prendere qualche altro mese di Mobilità in deroga, ma come abbiamo visto sono rimasti esclusi per l’ennesima volta.

Aggiungiamo anche che i trattamenti in deroga saranno concessi anche per chi ha i requisiti, solo secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande e fino ad esaurimento delle risorse assegnate alla Regione Molise.

In base a nostre notizie,  per una proiezione fatta dall’INPS, le risorse assegnate al Molise sono già esaurite con le sole domande di Mobilità in deroga presentate dal 26 al 29 settembre,  per cui le risorse sono disponibili solo per pochi lavoratori.

Tutti i lavoratori che hanno inoltrato domanda di Mobilità in deroga a partire dal 30 settembre non si sa quando riceveranno questo sostegno al reddito, forse fra un anno, come è successo per i beneficiari del 2013 che ha riscosso l’ammortizzatore sociale  dopo il mese di giugno del 2014.

Noi non chiediamo per forza gli ammortizzatori sociali,  vogliamo prima di tutto il lavoro, ma se il lavoro non si crea vogliamo il sostegno al reddito, almeno per sfamare le famiglie.

Non vogliamo fare la guerra tra i poveri, riteniamo importante anche il riconoscimento dell’area di crisi, ma siamo convinti che se non riparte il settore delle costruzioni non ripartirà neanche l’economia molisana, così come già avvenuto negli anni ’70 ed all’inizio degli anni ’90.

Di qui la porposta. “Con investimenti mirati (non come è stato fatto in passato con enormi sprechi di denaro pubblico per altri scopi e non come si vuole fare anche adesso con l’Autostrada del Molise, un’opera inutile  e dannosa) si può uscire dalla crisi del settore delle costruzioni attraverso: ricostruzione delle zone terremotate: 884 famiglie aspettano ancora la ricostruzione della prima casa e ancora più di 800 persone abitano nelle casette prefabbricate, frutto della solidarietà, risanamento idrogeologico e messa in sicurezza del territorio : il Molise è interessato da 22 mila fronti frane aperte, con forte rischio per le abitazioni,per le scuole e per le attività produttive. Se anche da noi arrivassero delle piogge copiose, come in altre parti d’Italia, buona parte del nostro territorio franerebbe cosi come del resto  è successo già nel 2003 e in altre numerose occasioni, messa in sicurezza di tutta la viabilità Regionale: le strade della nostra Regione sono diventate delle vere e proprie mulattiere, piene di insidie e pericolose per l’incolumità degli automobilisti e messa in sicurezza di tutte le scuole Molisane: quasi tutte le scuole (65 %) hanno problemi strutturali e di sicurezza”.

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