Il Movimento 5 Stelle si fa sentire con forza sul tema delle trivellazioni in mare legate al cosiddetto ‘Sblocca Italia’, il decreto del Governo Renzi.

“Apprendiamo – afferma il consigliere regionale Patrizia Manzo – da una nota stampa che il governo regionale porterà in Consiglio un atto programmatico per dire no alle trivellazioni in mare. Molto probabilmente la protesta di domenica ha avuto i suoi effetti, ma vorremmo ricordare al Presidente e alla Fanelli, quest’ultima poi per noi non ha alcuna valenza politica, che il Consiglio regionale del Molise per ben due volte ha negato il dibattito in aula sugli articoli 36, 37 e 38 del decreto Sblocca Italia, la prima volta per un capriccio del Presidente a valle della discussione sulle biomasse e la seconda volta per ordine del capogruppo del PD. Articoli, il 36, 37 e 38, che contemplano uno sviluppo energetico paragonabile all’era del medioevo, il problema non sono solo le trivellazioni in mare.Adesso, alla luce anche delle dichiarazioni del Presidente della Regione e della segretaria di un partito, vogliamo un atto concreto dalla nostre istituzioni affinché si diffonda la cultura dell’uso di fonti energetiche alternative, inesauribili e quindi sostenibili, non pericolose per l’uomo e per l’ambiente, ma soprattutto capaci di sostenere un benessere economico diffuso, favorendo le comunità. Noi ci crediamo e ci proviamo, lo abbiamo fatto con un ordine del giorno e presentando una proposta di legge per dire stop all’eolico selvaggio.Il nostro ordine del giorno è un atto di indirizzo politico sul quale spettava al Consiglio e solo ad esso esprimersi; alla luce di tutto ciò, avendo avuto l’ok dalla segreteria del partito, molto probabilmente il Consiglio finalmente potrà farlo”.

Sulla stessa linea d’onda il collega pentastellato a Palazzo Moffa Antonio Federico. “Ci fa piacere – sostiene – che il Presidente della Giunta dopo la manifestazione di domenica a Termoli abbia preso una posizione contro le trivellazioni nel mare Adriatico previste dallo SbloccaItalia. Ma come al solito interviene il metodo renziano di accordarsi nelle segreterie dei partiti preventivamente dopo che per ben due volte una mozione sul tema presentata dal movimento 5 stelle  non è stata discussa in consiglio regionale, una volta per un capriccio del Presidente stesso ed una seconda volta per ordine del PD”.

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