“Invito i molisani a visitare impianti a biomasse in luoghi turistici in sud Tirolo per verificare personalmente che le loro paure sono infondate. Ci era stato offerto di costruire la centrale di San Polo, nonché di gestirla, con un investimento in Molise di 25 milioni di euro che avrebbe dato lavoro a 30 persone oltre a garantire agli allevatori un smaltimento idoneo della pollina”.

Lo afferma in una nota Francesco Monteleone, amministratore delegato della Am Smart Energy, la società che avrebbe dovuto gestire una delle due centrali a biomasse nel Matese (quella più grande della società Di Zio), centrali che non si faranno perché le autorizzazioni sono state revocate dalla Regione.

“Ho saputo che il motivo di questa decisione – argomenta Monteleone – è la volontà di tutelare la popolazione dall’inquinamento. Alla luce di questa decisione, allora, mi domando: che cosa avverrà adesso con la pollina? Verrà sparsa per i campi senza essere trattata a temperature oltre 800 gradi. Questo significa che tutti gli antibiotici che i polli hanno ricevuto andranno a finire nei campi anche come nitrati”.

L’amministratore delegato poi spiega: “La legge europea vieta di smaltire le feci degli animali nei campi perché troppi nitrati inquinano le falde acquifere del sottosuolo e provocano il cancro. Le polveri dei fumi possono essere molto meno pericolose perché esistono impianti che hanno emissioni paragonabili alla combustione di una caldaia moderna a metano della stessa dimensione. Nel momento in cui avverrà un controllo delle stalle avicole dalla Comunità Europea – conclude – chi non avrà uno smaltimento idoneo dovrà chiudere e questo porterà a una distruzione del settore avicolo in Molise”.

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