Il Molise è la terza regione d’Italia con il minor numero di dispersione scolastica nelle superiori. In regione c’è una percentuale del 21,1% di studenti che non ha portato a termine il ciclo dei cinque anni dell’istruzione secondaria (l’Umbria è la regione più virtuosa col 18,2% seguita dalle Marche).
A darne notizia la rivista Tuttoscuola, che ha recentemente prodotto un voluminoso dossier sulla dispersione scolastica in Italia. Dall’opera emerge che, negli ultimi 15 anni, quasi 3 milioni di ragazzi italiani iscritti alle scuole superiori statali non hanno completato il corso di studi. Si tratta di una cifra che rappresenta il 31,9% dei circa 9 milioni di studenti, che hanno iniziato in questi ultimi 15 anni le superiori statali. Mediamente, uno studente su tre si è ‘disperso’, dettaglio che spesso è legato alla disoccupazione. Quanti non finiscono il percorso scolastico si ritrovano, quasi tutti, tra i Neet: i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano, non fanno formazione o apprendistato. L’Istat li valuta in 2,2 milioni, pari al 23,9%..
Questi dati sono stati ripresi dalla Flc (la sigla di settore) della Cgil che – in una nota – sottolinea come “sono 715 gli alunni molisani che, nell’ultimo quinquennio, hanno smesso di frequentare le scuole superiori. Una svolta negativa nella loro vita (anche nel caso in cui ricominci un nuovo percorso formativo); per la società un cattivo ritorno dell’investimento sostenuto in capitale umano per lo sviluppo”.
“Le proposte per cercare di migliorare la situazione – spiega la Cgil – però non mancano. Si dovrebbe intraprendere una decisa azione di contrasto contro le bocciature nei primi due anni di scuola secondaria superiore. rendere più efficace l’orientamento nella scuola secondaria di primo grado prevedendo azioni di monitoraggio, consulenza alle famiglie e accompagnamento degli alunni in difficoltà fin dal primo anno,agevolare il passaggio ad altro indirizzo di studio nel corso dei primi mesi di frequenza del primo anno di scuola secondaria superiore consentendolo almeno fino al 31 gennaio e rafforzare il collegamento tra scuola e mondo del lavoro, incrementando ulteriormente le occasioni di incontro degli alunni di terza media con realtà formative diverse da quelle scolastiche e con ambienti di lavoro”.
In altri termini – chiosa il sindacato – “una legge regionale sull’istruzione (purtroppo assente dall’agenda politica) che abbia al suo interno anche regole e processi che riguardino l’orientamento in entrata ed in uscita, con protagoniste le istituzioni scolastiche. Sarebbe un buon viatico per ridurre i numeri della dispersione in un Molise che si sta sempre più impoverendo di alunni, ridotti –lo ricordiamo- di altri 307 rispetto allo scorso anno scolastico”.