“Forse era più opportuno e saggio scegliere di portare in corteo, a Parigi, domenica scorsa, non una grande simbolica matita ma un bel cuore, rosso d’amore. Un cuore grande, come deve oggi assumere tutta l’umanità, specie davanti alla grave crisi economica”.

Inizia così una lunga riflessione del vescovo di Campobasso Bregantini legata alla giornata mondiale del migrante del rifugiato.

“Un cuore – aggiunge il presule – che sappia certo godere in pienezza ed armonia con e sulla libertà, dono immenso che ci siamo conquistati a fatica, lungo i secoli. Per poi andare oltre. Perché  non si  può uccidere in nome di Dio. Ma insieme, ‘non si può insultare la fede’ come ha ammonito il Papa riguardo ai fatti di Parigi. Come pure sarebbe stato ancor più pieno l’incontro, pur prezioso, tra il Rabbino, il Vescovo e l’Imam se ci fosse stato un posto particolare per il Presidente della Repubblica della Nigeria, regione che soffre molto più di noi per il fondamentalismo religioso. Cioè un’Europa dal cuore grande e vasto, che fa la fila nell’accoglienza e non solo davanti alle edicole per acquistare le copie di un giornale satirico. In tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, con il titolo ‘La Chiesa senza frontiere, Madre di tutti’. Ormai le migrazioni investono tutti i luoghi e gli ambienti. Specie nelle scuole, ovunque! Rende il cuore pieno di gioia osservare i bimbi, di diversi colori, che giocano serenamente insieme. Lingue diverse, ma un unico cuore. Grande. Che i bimbi, loro, sanno gestire meglio di noi, adulti, come quella bimba afgana, che in una scuola dell’infanzia del Molise a 5 anni già parla tre lingue, poiché oltre alla sua, in Inghilterra ha imparato l’inglese e qui, ora sta imparando l’italiano”.

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