C’è un triste primato che appartiene al Molise: è la regione in cui si praticano più aborti d’Italia. Quasi paradosso in una regione dove circa il 90 percento dei medici è obiettore di coscienza. L’interruzione di gravidanza si pratica in un solo ospedale: il ‘Cardarelli’ di Campobasso, dove accanto  ai sorrisi e alla gioia delle neo mamme si contrappone il dolore delle donne che hanno fatto scelte completamente diverse. Mettendo fine ad una nuova vita. Un dramma di cui non si parla mai, anche se alle loro spalle ci siano spesso storie drammatiche o disagi sociali: ragazze madri o tossicodipendenti, extracomunitarie. Donne che si trovano ad un bivio per colpa della crisi, mogli a cui il marito impone l’aborto perché le condizioni economiche della famiglia non possono permettere di accogliere un altro figlio. O ragazze che rischiano il licenziamento e tra un bambino e il lavoro scelgono quest’ultimo.

E poi c’è il grande muro del pregiudizio, di fronte al quale si scontrano molte adolescenti soprattutto nei piccoli paesi molisani: per paura dell’opinione degli altri e finanche quella dei genitori oppure per timore di perdere il fidanzato decidono di ricorrere all’interruzione di gravidanza. Realtà dalle mille sfaccettature, dolorose e difficili da raccontare quando ci si sente sole, inascoltate. Così quel piccolo che si porta in grembo diventa un peso di cui ci si vuole solo liberare. Per poi dimenticare tutto. Casi che affronta quotidianamente il Centro per la vita, braccio operativo del Movimento per la vita, guidato dal presidente Annamaria Bernini Carri. Opera da trentaquattro anni e dal 2011 ha anche una propria sede in via Muricchio a Campobasso.

“L’anno scorso abbiamo salvato 24 bambini”, racconta Francesca, che dal 2009 opera da volontaria nel centro. Ci accoglie in una piccola stanza, su una parete un poster con un neonato e uno slogan: “Il più grande diritto umano è il diritto di nascere. Firmato da tutti i bambini del mondo’.

Il centro di via Muricchio offre un aiuto morale ma anche materiale soprattutto attraverso il progetto ‘Gemma’, ossia un sostegno economico di 160 euro al mese per diciotto mesi. “Nel 2014 dodici mamme sono state aiutate in questo modo”, spiega. “Nel nostro centro, poi, è possibile trovare anche vestitini per bambini, passeggini, pannolini e giocattoli. Alcuni li doniamo noi, altri arrivano dalla solidarietà delle persone e vengono raccolti nel nostro magazzino”. All’interno del Centro per la vita un’equipe medica è a disposizione delle donne che si rivolgono alla struttura: il ginecologo Franco Bernini Carri, la psicoterapeuta Marilinda Pantaleone, un pool di avvocati e il sacerdote padre Giovanni Maria Novielli.  Uno staff che periodicamente incontra anche gli studenti per iniziative di formazione.

“Purtroppo ci sono tante dinamiche psicologiche che influiscono su certe scelte. Per questo, a noi  piacerebbe – sottolinea la giovane operatrice – realizzare anche un centro di ascolto perché vorremmo sostenere non solo le future madri che sono in difficoltà ma vogliono portare avanti una gravidanza, ma anche quelle che non hanno potuto farlo e hanno ancora di più bisogno di sostegno psicologico. Alcune iniziative sono già in atto come ‘Sos vita’ (8008-13000) per le donne in difficoltà  e il ‘Telefono rosso’”.

Un importante passo in avanti sarà l’apertura della casa di accoglienza a Vinchiaturo, struttura messa a disposizione da padre Lino e potrà accogliere non solo delle donne che stanno affrontando una gravidanza difficile, ma anche coloro che hanno subito abusi. Inoltre, per evitare che i neonati indesiderati vengano abbandonati ad esempio nei bidoni dell’immondizia si sta lavorando alla cosiddetta ‘termoculla’ da realizzare in prossimità delle chiese, un po’ come avveniva in passato con le ruote degli esposti. Così, spiega Francesca, “potremmo salvare una vita e poi trovare una casa  famiglia o adozione”.

Insomma, le iniziative sono tante, così come le richieste di aiuto. Per questo, per raccogliere fondi i venti volontari e i simpatizzanti organizzano eventi e cene di beneficienza e realizzano prodotti artigianali come bomboniere. E’ l’unica fonte di sostegno del Centro per la vita che opera il lunedì e il giovedì, dalle 10 alle 11 e 30. “Sono gli stessi giorni in cui si pratica l’aborto”, chiosa Francesca. Per le richieste di aiuto sono a disposizione anche due numeri: 349.6921184 oppure per il riferimento giovani si può contattare il 342.5615738.

E qui la sofferenza può tramutarsi in speranza e in gioia che solo una nuova vita può regalare.

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