Il 52 per cento dei minori che naviga sul web in Italia chatta con sconosciuti. Il che significa che sono quotidianamente sottoposti a pericoli seri che derivano da un utilizzo non corretto della Rete. Argomenti approfonditi all’istituto comprensivo ‘Leopoldo Montini’ di Campobasso durante il ‘Safer internet day’, la giornata promossa dall’Unione europea per promuovere l’uso sicuro e responsabile della nuova tecnologia.

“La giornata dedicata alla sicurezza in internet – ha spiegato il dirigente scolastico Agata Antonelli – si celebra in 113 Paesi di tutto il mondo. Con la Polizia postale si è istaurato un rapporto di collaborazione che dura da molto tempo e ogni anno gli agenti incontrano i nostri ragazzi per informarli sui rischi che corrono navigando su internet. Sono coinvolte in questo progetto tutte le classi terze nell’ambito di un percorso sulla sicurezza della persona che siamo svolgendo a scuola toccando vari ambiti, fra cui anche la sicurezza in internet. Si tratta, insomma, di un percorso a 360 gradi”.

In ‘cattedra’ gli agenti Giuseppe Cinelli e Nicola Ricciardi che hanno spiegato cosa può succedere a causa del cattivo utilizzo di uno straordinario mezzo di comunicazione come internet, in grado certamente di annullare le distanze, ma al tempo stesso di mistificare la realtà. Il primo pericolo riguarda i dati personali: “Quando chattiamo, mandiamo o riceviamo messaggi, postiamo fotografie o immagini, riveliamo dettagli sulla nostra vita personale. Elementi che entrano all’interno di questa scatola che è internet. E poi non si possono più cancellare: quando decido di rimuovere un’immagine, ad esempio, lo faccio solo dal mio portale. La rete internet, infatti, è collegata da grandissimi server sparsi in tutto il mondo che acquisiscono tutto ciò che carico”. Questa violazione, che può avvenire anche attraverso alcuni virus o cosiddetti cookies, consentono di leggere le informazioni dell’utente e poi di ‘bombardarlo’ con messaggi pubblicitari ad hoc.

“È come se qualcuno ‘rubasse le vostre chiavi di casa’ e poi vi potesse entrare e agire in maniera indisturbata. Quindi, mai conservare informazioni di natura personale sul computer”, hanno spiegato gli agenti. Che al tempo stesso hanno invitato i ragazzi a tenere bene a mente la distinzione tra l’identità reale e quella digitale perché proprio dietro l’anonimato del web si nascondono truffatori o adescatori di minori. “Non bisogna fidarsi – hanno incalzato i rappresentanti della Polpost – perché con la chat si possono incontrare persone che si spacciano per coetanei, ma in realtà non lo sono. In internet chi interloquisce con noi non sempre corrisponde a chi pensiamo che sia”.

Ecco perché ci sono alcune regole fondamentali da seguire: non comunicare i dati personali a sconosciuti, evitare che la password sia facile da ricordare e quindi possa essere facilmente scoperta, non incontrare mai nessuno da soli e non credere agli sconosciuti che vogliono fare regali, come anche ricariche telefoniche. “Dietro si nasconde sempre un inganno”. O anche situazioni più gravi, come la pedofilia e il cyberbullismo. Ci si può difendere, ad esempio, non rispondendo a sms, mms o mail, bloccando il proprio account (facebook è uno dei social più sicuri perché permette di segnalare i cyberbulli), oppure passando all’azione, ossia salvando i messaggio e poi, con l’aiuto dei genitori, denunciando l’autore delle vessazioni”. Per questo, è stato l’invito degli agenti, “non bisogna mai rimanere da soli e nel caso in cui ci si senta minacciati non esitare a contattare la Polizia postale”.

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