Applicare norme più stringenti contro le infiltrazioni malavitose, evitare che la vittoria di un bando sia determinata dal massimo ribasso e soprattutto tutelare i lavoratori che, col Jobs Act, rischiano di non rappresentare una risorsa.

Sono questi i punti cardine della proposta di legge di iniziativa popolare sugli appalti avanzata dalla Cgil.

Il sindacato vuole anticipare l’applicazione delle eventuali modifiche di cui sta discutendo il Parlamento e intende dare voce direttamente ai cittadini con una raccolta firme che finora ha già superato la quota di un milione.

L’iniziativa è itinerante e in questi giorni ha fatto tappa in Molise: ieri a Campobasso, lungo corso Vittorio Emanuele e oggi a Isernia, nei pressi della stazione ferroviaria.

L’obiettivo è combattere la corruzione, in un momento in cui peraltro stanno venendo a galla in Italia i numerosi illeciti commessi proprio nell’ambito degli appalti pubblici.

“Spesso all’interno degli appalti si annida l’illegalità – le parole di Franco Spina, segretario regionale della Filcams Cgil –, c’è bisogno di una legge che contempli che non si proceda al sub appalto all’infinito e la certezza che le imprese che partecipano ai bandi siano sane.

Ma un’altro aspetto riguarda proprio il lavoro e tutta una serie di campi come le mense e il pulimento di ospedali e strutture pubbliche che andrebbero in sofferenza.

Il Jobs act infatti prevede la possibilità di rinunciare ai lavoratori delle imprese che dismettono i servizi e assumere ex novo, questo significa rinunciare a persone di 50 anni di età e automaticamente una precarizzazione degli appalti.

Invitiamo tutti i cittadini a sottoscrivere la nostra proposta”.

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