Nel corso degli ultimi tre decenni le mine e i residuati bellici hanno causato migliaia di morti e feriti. Nel 2013 i bambini hanno costituito quasi la metà delle 2403 vittime civili delle mine in tutto il mondo: nel solo Afghanistan le vittime tra i minori sono salite a 487, a seguire la Colombia, con 57 casi. Numeri che fotografano una realtà drammatica. Per sensibilizzare sul tema è stata indetta una Giornata internazionale che domani sarà celebrata anche nel capoluogo di regione grazie ad una iniziativa del Rotaract Club di Campobasso. Si terrà alle 10 nella sala consiliare di Palazzo San Giorgio. Parteciperà anche il sindaco Antonio Battista. Dopo l’intervento del presidente Danilo Iacobucci, il reporter di guerra e ricercatore nel settore Difesa e Armi dell’ISAG di Roma, Roberto Colella, farà una relazione tecnica sull’uso delle mine in zone di conflitto. Nel Sud del Libano c’è ancora oggi un’alta concentrazione di mine inesplose di produzione italiana Fiat – Valsella. Fin dai primi anni ’90 la Valsella spiccava tra le aziende leader del settore. Nel 1997 l’Italia ha firmato la Convenzione di Ottawa che vieta l’impiego, lo stoccaggio e la produzione di mine. La “Convenzione internazionale per la proibizione dell’uso, stoccaggio, produzione, vendita di mine antipersona e relativa distruzione” (comunemente definita “Convenzione di Ottawa”) è stata approvata il 3 dicembre 1997 ad Ottawa ed entrata in vigore il 1 marzo del 1999. Ad oggi 162 Stati hanno ratificato la Convenzione ma 35 mancano ancora all’appello e tra questi alcuni dei maggiori produttori come la Russia, gli Stati Uniti, la Cina, l’India, il Pakistan.