“Chi mi contestava non sapeva di cosa parlava perché questa vicenda è molto semplice ed era cristallina. La magistratura ha risposto, c’era una sentenza del massimo organo giurisdizionale”.
La testimonianza di Beppino Englaro dà contezza di quanto sia concreto il dibattito sul fine vita. Il padre di Eluana, la ragazza morta nel 2009 dopo aver vissuto per 17 anni in stato vegetativo, è tornato a parlare della vicenda di sua figlia partecipando ad un incontro nella sede della Regione, a Campobasso, dal titolo ‘Sia fatta la mia volontà’, in occasione della presentazione della proposta di legge regionale sulla ‘Dat’ (Dichiarazione anticipata di trattamento). “Ci ha provato a fermarci – ha ricordato Englaro -, anche l’ex presidente del Consiglio, e a lui il presidente Napolitano rispose che non c’era da fare nessun decreto perché era tutto nella legalità. La magistratura non è stata serva di nessun potere”. Poi ha evidenziato come sia cambiato, grazie al caso di Eluana, il clima nel Paese su questo tema: “Io nel lontano 1992 ho trovato il deserto, non se ne voleva neanche parlare, questo problema non esisteva ed è quello che mi ha sorpreso. Poi nel 2000 giornali e tv hanno cominciato ad occuparsi della vicenda di Eluana e la situazione è cambiata come il giorno e la notte”.