Solo per caso al momento degli attentati dell’Isis non è a Bruxelles. Motivi personali lo hanno tenuto in Molise. Dell’attacco alle sedi in cui vive da anni settimanalmente il suo impegno politico, Aldo Patriciello viene sapere quasi immediatamente. Il ministero ha chiamato tutti i parlamentari italiani per conoscere la loro posizione dopo le esplosioni all’aeroporto. “Il terminal A è il nostro di riferimento, in arrivo e in partenza. La stazione della metro colpita è quella con cui raggiungiamo gli uffici e da cui ci dirigiamo in città. Hanno voluto colpire al cuore l’istituzione europea – commenta al telefono -. I luoghi scelti sono un simbolo e il segno di una prova di forza del terrorismo. Un attacco alla democrazia a cui gli Stati dell’Occidente devono reagire con determinazione e con un’alleanza vera aperta anche alla Russia. Bisogna intervenire nei Paesi in cui si annida il terrorismo, affrontare il tema in Siria. Mettere in campo la politica e la diplomazia. Diversamente vivremo momenti sempre più difficili”.
È in viaggio, in sottofondo la diretta news di una radio. Patriciello ha sentito i suoi collaboratori che sono a Bruxelles, chiusi negli uffici in attesa che le autorità li facciano uscire. Così pure molti colleghi parlamentari. La città è in stato d’allerta. “Da mesi – racconta l’eurodeputato molisano di Forza Italia – abbiamo vissuto momenti di grande difficoltà per la militarizzazione della città. Oggi abbiamo avuto la prova che non basta, che di fronte a vili attentati non c’è protezione che tenga”. Ai parlamentari Ue già da tempo era stata consigliata massima cautela negli spostamenti a Bruxelles. E adesso si è aggiunto l’invito a non frequentare le sedi almeno per alcuni giorni. “Non erano allarmismi inutili, purtroppo”, dice Patriciello. Il suo pensiero va innanzitutto alle “famiglie colpite dall’attentato”. E ai tantissimi molisani che vivono nella Capitale del Belgio.