Un Paese di vecchi. Dove il Pil pro capite del Mezzogiorno (16.761 euro) è quasi la metà di quello del Nord Ovest (30.821) e poco cambia se si guarda al Nord Est (29.734 euro).
Pochi motivi per cui sorridere nel rapporto ‘Noi Italia’ dell’Istat. I dati del Pil sono del 2014, con una media nazionale di 25.256 euro, la più bassa, stando alle serie riportate, almeno da 10 anni, ovvero dal 2004. I numeri del Molise parlano di 19.722 euro pro capite.
Quanto all’anagrafe, al 1 gennaio 2015 – secondo il rapporto Istat – si registra un deciso sorpasso: in Italia ci sono 157,7 anziani ogni 100 giovani. E 55,1 persone in età non lavorativa ogni 100 in età lavorativa; valori in continua ascesa negli ultimi anni. Secondo le prime stime relative al 2015, per la prima volta negli ultimi 10 anni, la speranza di vita alla nascita arretra, con un decremento di 0,2 punti per gli uomini (80,1) e 0,3 per le donne (84,7).
Si convoglia poco a nozze: 3,2 matrimoni ogni mille abitanti. Continua a diminuire il numero medio di figli per donna: nel 2014 si attesta a 1,37 mentre occorrerebbero circa 2,1 figli per garantire il ricambio generazionale. Fra i dati più interessanti quello sugli stranieri residenti: oltre 5 milioni in Italia, 10.268 in Molise, in costante crescita dal 2004 al 2015.
La povertà relativa coinvolge circa un decimo delle famiglie residenti, quella assoluta il 5,7%. Nel 2013 le famiglie residenti in Italia hanno percepito un reddito disponibile netto (esclusi i fitti imputati) pari, in media, a 29.473 euro, circa 2.456 euro al mese. Il valore varia sensibilmente sul territorio: la provincia autonoma di Bolzano registra il livello più elevato, 17.500 euro in più rispetto al Molise, la regione con il valore più basso (21.607 euro). L’incidenza della povertà relativa nel 2014 in regione è del 19,3%.
Con riferimento al mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione in Molise nel 2015 è del 14,3% (42,7% il tasso di disoccupazione giovanile). La quota dei disoccupati di lunga durata (da almeno un anno) sul totale è del 67,7%: peggio solo in Campania (oltre il 68%). Il tasso di occupazione 20-64 anni, invece, è del 53,2% (scende al 46,5 nella fascia 55-64 anni).