Il governatore della Regione Molise Frattura ha salutato il presidente della Repubblica Mattarella e, durante la cerimonia all’Unimol, ha rivolto al capo dello Stato un appello molto chiaro.

“A lei – ha affermato – raccontiamo la forza e il coraggio di un Molise che ogni giorno si alza e si apre alla vita: il Molise dei giovani e delle persone che giovani non lo sono più, l’abbraccio reciproco, stretto e vitale, tra generazioni che sentono che questo posto è il loro posto. Perché è un luogo di donne e uomini onesti, seri, laboriosi, di talento, perché è un luogo che sa donarsi. Il Molise si è fatto casa per i migranti sbarcati nel nostro Paese. Altrove si discute, si alzano orribili muri, qui noi, i più piccoli di Italia, diamo prova del valore della accoglienza e della solidarietà”.

“Siamo alle prese – ha aggiunto – con un complesso lavoro di riorganizzazione del nostro sistema sanitario regionale. Di fronte a quel vago sospetto di un progressivo smantellamento del piccolo, noi non ci arrendiamo. E non ci arrendiamo nel nome della nostra Costituzione.  Ma lei lo vede qui, con noi oggi in quest’Aula universitaria, nel volto dei nostri studenti, quante ragioni di essere ci sono. Le abbiamo per difendere il presidio della giustizia accessibile a tutti i cittadini: mettere in discussione la Corte di Appello di Campobasso significherebbe indebolire ulteriormente chi è già debole. Sia al nostro fianco, Signor Presidente, nell’affermare il principio che tutti i cittadini hanno pari dignità. Sia al nostro fianco nella costruzione delle opportunità per i giovani molisani. Lo studio, la formazione, l’investimento nella cultura sono – e l’esperienza della nostra Università lo testimonia -, la porta d’accesso al futuro di questa terra, il Molise”.

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