“Sbalorditi e senza parole”: il presidente di Federalberghi-Confcommercio, Bernabò Bocca, ha espresso all’Ansa tutta la contrarietà degli albergatori italiani alle voci secondo le quali il decreto legge sulle semplificazioni attribuirà a tutti i Comuni la possibilità di istituire l’imposta di soggiorno e trasformerà gli albergatori in sostituti d’imposta di questo tributo. “Da un lato – spiega Bocca – si parla di raddoppiare il Pil del turismo dal 10 al 18%, contestualmente si dà la possibilità a tutti i Comuni di applicare la tassa di soggiorno senza un regolamento nazionale che possa vincolare nella quantità e nella finalità del gettito ricavato della tassa e soprattutto dicendo che gli alberghi sono sostituti d’imposta, dunque responsabili nei confronti dell’erario. Non credo che questo sia un gesto propedeutico allo sviluppo del settore e all’ambizione di voler raddoppiare il Pil: certo non lo si raddoppia mettendo ulteriori tasse”. Tutto questo avviene poi a fronte dell’entrata in vigore dell’Imu che per gli alberghi significa un incremento intorno al 50% delle tassazioni sugli immobili alberghieri. “Non è vero, poi, – aggiunge Bocca – che la tassa di soggiorno la paga il turista: un conto è introdurre una tassa da 1 euro, ma poiché i primi esempi di tassa introdotta in alcune città sono di 8 euro, gli alberghi, per non uscire dal mercato, sono costretti a includere la tassa nel prezzo di vendita e quindi ad assumersi questo onere”.